Giunti ormai al settimo anno del ciclo di crisi economica apertosi con la falla nel mercato del credito americano, i processi di ristrutturazione avviati nel Vecchio continente si stanno dispiegando tanto sul terreno della produzione, del mercato del lavoro e del welfare, quanto su quello della politica.
Con la transizione dal ventennio berlusconiano al governo delle larghe intese guidato da Matteo Renzi, il paese si è lasciato alle spalle non solo qualsiasi opzione rappresentativa a sinistra, in grado di proporre una rottura del quadro istituzionale all’altezza della sfida che il sistema della Troika e la Bce hanno lanciato ai diritti dei precarizzati e degli indebitati. A mutare radicalmente è stato anche il fronte della destra, con la frammentazione del Pdl e con le varie componenti della vecchia maggioranza berlusconiana in competizione per raccoglierne l’eredità.