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29 Marzo. La crisi economica nell’austerity (Dispositivi per l'Indipendenza)

29 Marzo. La crisi economica nell’austerity (Dispositivi per l’Indipendenza)

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La crisi economica nell’austerity: la grande trasformazione tra la crisi del processo della valorizzazione capitalistica, la nuova composizione sociale al lavoro e i dispositivi di comando e governance politica ed economica.

– Introduce Rafael Di Maio – Laboratorio Acrobax

– Andrea Fumagalli, Prof. Economia Politica all’università di Pavia

Siamo oggi di fronte ad una crisi epocale, definita dall’interno della governance europea e dello stesso establishment del gotha finanziario internazionale  come crisi sistemica. Crediamo che alla base di ciò che “giornalisticamente” definiamo “crack finanziario” ovvero del processo economico formale costituitosi negli USA a partire dal 2007/2008, vi siano elementi fondamentali e caratteristiche profonde che vanno indagate. Potremmo accontentarci infatti del corollario della narrazione che la governance politica europea produce, come interpretazione della crisi, anche attraverso un nuovo vocabolario tecnico-governamentale, come ad esempio lo spread  (tasso di differenza interno alla misura di un valore particolare – che però determina la direzione generale delle politiche economiche di Stati o interi mercati comunitari integrati come appunto la Comunità Europea).
Facendo tesoro della riflessione di Marazzi e della sua cogente analisi sulla crisi finanziaria relativamente al rapporto consustanziale tra economia e finanza, che potremmo definire quasi ontologico nell’odierno sistema di accumulazione finanziario, crediamo altresì che la crisi economica affondi le sue profonde radici dentro un senso, un nesso, specifico, interno ad un processo di disvelamento. Il divenire della crisi, complesso di  stratificazioni economiche, politiche e produttive, è per dirla con Braudel dentro un ciclo economico. Ve ne furono quattro: il ciclo genovese XV sec. quello olandese del XVII il ciclo inglese XVIII sec. e quello degli USA. Oggi l’ultimo è a chiusura di un percorso geo-stratecigo che lo ha visto effettivamente egemone negli ultimi due secoli e che volge inesorabilmente al termine. Siamo nel pieno di un processo di transizione, ad un salto di paradigma, caratterizzato anche da un’altra transizione quella del passaggio dall’economia industriale, al modello produttivo post-fordista.

Il nesso tra crisi e produzione, noi lo abbiamo rintracciato fondamentalmente nella crisi della misura del valore, nella crisi del processo di valorizzazione. Nella crisi della misurazione del lavoro e della produzione formale ovvero nella crisi tutta interna allo “sviluppo del capitalismo” mantenendo per dirla con il Panzieri delle “Lotte operaie e sviluppo del capitalismo” uno sguardo critico sulla visione progressista della storia e dello sviluppo del capitalismo.

Loa Acrobax
via della vasca navale, 6 [ponte Marconi]
www.acrobax.org
www.indipendenti.eu

Occupy arriva anche a Roma: #occupywelfare

Occupy arriva anche a Roma: #occupywelfare

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#Occupy Welfare

venerdì 16 marzo >>> Via Veneto, 56 dalle ore 16

Mayday! Mayday! Entro il 23 marzo il governo tecno/autoritario ha intenzione di approvare la Riforma del mercato del lavoro! Dopo quella sulle pensioni (parola che ora sparirà dalvocabolario!), anche i diritti sul lavoro già calpestati dagli ultimi 15 anni di politiche di flessibilizzazione realizzate in maniera bipartisan si apprestano ad essere cancellati senza colpo ferire.

Sindacati e forze politiche non ci rappresentano e certo non ci difenderanno dal default dei diritti. Tra “paccate” di soldi – che sono briciole! – sorrisi e mediazioni, gli incontri con il governo vengono definiti da CGIL, CISL e UIL “utili e costruttivi”. Per chi?

Cominciano a prendere corpo le proposte innovative del “paccoFornero”: il contratto dominante ovvero il solito apprendistato che piace tanto ai sindacati per i contributi a pioggia sulla formazione professionale e alle imprese per la drastica riduzione dei salari. L’ ASPI (acronimo per Assicurazione Sociale per l’Impiego) che sostituisce le parziali indennità di disoccupazione e mobilità senza estenderne veramente la copertura a tutta la platea reale di beneficiari. Per chiudere, la ciliegina sulla torta, la flessibilità in uscita che suona veramente macabra di fronte alle centinaia di migliaia di posti di lavoro che si stanno perdendo nell’attualefase di crisi.

Con la lettera aperta al governo sul punto di vista precario, l’8 marzo è cominciata la campagna #occupywelfare: precarie e precari, con la complicità di San Precario, hanno occupato il ministero del lavoro riuscendo ad incontrare la Fornero. Da lì in poi per tutti i venerdì del mese di marzo scegliamo di continuare a portare il punto di vista precario sotto le finestre del ministero del lavoro.

Le parole della ministra, clandestinamente documentate attraverso il nostro materiale video durante l’incontro con le precarie, non ci accontentano! anzi si sommano alle offensive banalizzazioni che abbiamo sentito dal governo negli ultimi mesi: a chi chiede nuovi diritti e una vera redistribuzione della ricchezza attraverso il reddito di base e incondizionato non si può rispondere con la solita demagogia dei sacrifici per tutti. Sappiamo che la crisi non è uguale per tutti, ne tantomeno un dispositivo neutro.

8 e 9 Marzo, #Occupywelfare contro il pacco Fornero 

Cara Fornero la tua riforma sembra sempre più una dieta meditteranea di diritti per i precari e le precarie!

Non abbiamo nulla daperdere! #occupywelfare un mondo di diritti da conquistare!

Fermiamo la riforma del mercato del lavoro!

13 Novembre | I beni comuni hanno trovato l'America!

13 Novembre | I beni comuni hanno trovato l’America!

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Oggi una larga alleanza sociale, riunite nel percorso chiamato “Ri_Pubblica”, ha occupato il cinema America, a Trastevere, nella città di Roma.

Libertà di movimento per tutti gli antifascisti

Libertà di movimento per tutti gli antifascisti

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Nell’attuale contesto di campagna elettorale sembra evidente che i  neofascisti di Casapound, nel tentativo maldestro di ripulirsi l’immagine,  riescano anche a legittimare il lavoro degli zelanti magistrati su quanto accaduto a marzo a Casal Bertone. Il comunicato stampa dei “ribelli del terzo milennio”, pubblicato a seguito della comunicazione di conclusione delle indagini notificate in questi giorni a sei compagni antifascisti e nove esponenti di CasaPound Italia, “appoggia” pienamente l’operato di magistratura e questura.

Abbiamo gli occhi ben aperti!

Abbiamo gli occhi ben aperti!

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Abbiamo gli occhi ben aperti!

Fra la notte di sabato e domenica sera un militante del laboratorio Acrobax ha dovuto far fronte a due tentativi di aggressione da parte di soliti noti fascisti di zona.

 

Nel primo episodio, avvenuto intorno alle quattro di notte di sabato, dopo l’iniziativa di Trastinvaders in cui centinaia di persone si sono riappropriate del rione di Trastevere è stato vigliaccamente attaccato alle spalle da un fascista, il quale, casco alla mano, si era nascosto a pochi metri dalla sua abitazione per tendergli l’ agguato. La determinazione del nostro compagno gli ha permesso di allontanarsi senza conseguenze.

 

Ma questo episodio non rimane isolato. Frustrato infatti per il fallimento dell’ offensiva e per non rischiare di fallire una seconda volta, lo stesso aggressore torna il giorno dopo insieme con altri tre camerati. Sono circa le 20:00 e in quel momento è con un’altra compagna di Acrobax, quando viene raggiunto mentre si trova nella piazza antistante casa sua.

 

Il gruppo si avvicina ancora caschi alla mano  al compagno che questa volta, dopo una colluttazione, riesce a mettere in fuga la squadraccia e fortunatamente, a non riportare lesioni di alcun tipo.

 

Le ragioni che hanno portato a queste aggressioni vanno ricercate nell’ impegno politico del militante, da anni attivo prima nei collettivi studenteschi e poi nelle esperienze di politica territoriale nei quartieri di Monteverde e di Trastevere. Gli aggressori infatti non sono sconosciuti ma  noti esponenti dell’ organizzazione fascista foro 753, che esercita sul quartiere un alto livello di propaganda e che vanta il sostegno e l’adesione di esponenti del PDL cittadino,del sindaco Alemanno e la sua maggioranza (proprio oggi, 5 giugno,un consigliere della maggioranza ha pubblicamente definito il partigiano Rosario Bentivegna “macchiato del sangue di vittime innocenti”).

Come al solito questi individui scelgono di agire con dinamiche squadriste, agendo in gruppo o nell’ ombra, ed è per questo che vogliamo ribadire la determinazione con cui continueremo a stare al fianco del nostro compagno. continuando a portare avanti i nostri percorsi di lotta, perché non c è fascista che ci possa togliere la voglia di lottare perché non c’ è fascista che ci fa paura!

 

Noi  abbiamo gli occhi ben aperti; perchè chi tocca uno, tocca tutti/e noi.

Nei nostri quartieri e in tutta la metropoli mai un passo indietro!

Nipotini/e di Sasà

In questa giornata un saluto sentito va a Carla Verbano

Con Carla, Valerio e Renato nel cuore.

 

Loa Acrobax

La popolare Palestra Indipendente

Renoize Project

All Reds Rugby Roma

All Reds Basket

Circolo ANPI Renato Biagetti

Trastinvaders

Il seme della sovversione!

Il seme della sovversione!

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Il capitalismo è tornato a fare schifo. Non a caso, in Europa e nel mondo, vuole essere temuto: sa bene di non essere più amato. L’Austerity è politica della paura. Wu Ming
Da mesi si ripete un linciaggio mediatico nei confronti del Laboratorio Acrobax, da “ultras” a “nuovi brigatisti” da “anarco-insurrezionalisti” a black block fino ad arrivare ad un più banale aggettivo “neri” che si contrappongono ai “bianchi”. Ma chi sono i bianchi? Forse i Guelfi. Siamo abituati ormai da anni a leggere opinionisti, criminologi e  zelanti giornalisti dissertare sulle molteplici anime del nostro laboratorio. Dalla lettura dei quotidiani c’è materiale per scrivere dei libri e vista le proposte editoriali attuali, potrebbero essere anche di successo.
Nel Loa Acrobax tra corsi di formazione in guerriglia urbana e stage in terrorismo post-moderno si coltiva il seme della sovversione.  Ma di qual seme e di quale sovversione stiamo parlando? Speriamo non si riferiscano ai “giardinieri sovversivi”, ai corsi di guerrilla gardening o alle pratiche insurrezionaliste del Green Attack. Si, dobbiamo confessarlo, ci avete scoperto, abbiamo dei corsi che insegnano le basi del giardiniere sovversivo perfetto, per poter costruire con le vostre mani “ le armi del mestiere”, come le bombe di semi e le lattine volanti. Quanto tempo ad investigare ed inchiestare, caro Bonini di Repubblica e caro Bianconi del Corriere della Sera, ma alla fine avete capito tutto. Dalle tecniche di coltivazione ad impugnare un arma il passo è breve, il salto di qualità è dietro l’angolo. Vi diamo questa dritta in esclusiva, cari giornalisti d’assalto: forse anarchici informali, veri o sedicenti che siano, hanno cominciato proprio dalla botanica.
Ma l’auserity è politica della paura e deve essere supportata da un’adeguata narrazione, insomma c’è lavoro per tutti: giornalisti, magistrati, poliziotti, politici, sindacalisti, imprenditori. Di conseguenza chi ogni giorno cerca di costruire un’alternativa indipendente alla devastazione territoriale, alle politiche di precarizzazione e alle strapotere della finanza, deve diventare nemico pubblico.  Noi dal 2002 portiamo avanti nel nostro territorio lotte sociali alla luce del sole cercando di creare delle connessioni nazionali e internazionali con chi vuole trasformare lo stato di cose presenti.
Cari lettori e care lettrici dei più grandi quotidiani italiani vi invitiamo ufficialmente ad una visita guidata nel nostro laboratorio, dove tra l’orto, il laboratorio di arte, i corsi della palestra popolare, le pratiche sportive del rugby, del calcio, del basket e degli sport di strada potrete respirare aria di sovversione organizzata. Veniteci a trovare nella sala prove musicale dedicata a Renato Biagetti dove ascolterete la colonna sonora dell’insurrezione. Vi diamo già un primo appuntamento: Indipendent Music Festival 25/26/27 maggio; saranno tre giornate ognuna con un suo colore musicale ma che sono intrinsecamente legate dalla ricerca del suono, dall’indipendenza di artisti, musica e contenuti. Un festival di musica dal vivo, con performance suonate, immaginato come strumento e veicolo di cultura indipendente.
Se volete invece approfondire la nostra lettura della fase politica nella quale si ascrive il linciaggio mediatico al quale noi e altre realtà siamo sottoposte rimandiamo all’editoriale frutto della nostra discussione sul blog contundente www.indipendenti.eu.
LOA  Acrobax project
All reds rugby Roma
Renoize project
La popolare-palestra indipendente
Punti San Precario Roma
All reds basket
Acrobaxexpo
Associazione culturale Idealab_06
Madri per Roma città aperta
Giardinieri sovversivi
Circolo ANPI Renato Biagetti
Sul 15 ottobre: le lotte per i diritti non si possono fermare

Sul 15 ottobre: le lotte per i diritti non si possono fermare

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Roma, 21 aprile. Ieri mattina all’alba un ingente spiegamento di Polizia e Carabinieri (Digos e Ros), ha fatto irruzione nell’occupazione abitativa di via del Casale De Merode a Tormarancia, nell’ambito di un’operazione su scala nazionale relativa agli avvenimenti di piazza del 15 Ottobre scorso.

Ne è seguita la notifica di due ordinanze di misure cautelari, nello specifico obblighi di firma, e perquisizioni in altrettanti alloggi all’interno dell’occupazione che hanno portato, come unico risultato, al sequestro di uno zainetto da bambino.

Nelle stesse ore in diverse città si svolgevano perquisizioni e si notificavano misure cautelari tra arresti domiciliari ed obblighi di firma che hanno raggiunto complessivamente 14 persone in tutta Italia.

Nelle ore seguenti altri tre occupanti ed attivisti del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa e dei movimenti per i diritti sociali di Roma, vengono segnalati come coinvolti nelle indagini (con nomi e cognomi sbattuti in prima pagina senza che fosse stato notificato nulla di ufficiale), dentro un impianto accusatorio che per tutti appare a dir poco fumoso.

In realtà si colpiscono persone “colpevoli” soltanto di aver scelto di essere presenti in una piazza importante come quella del 15 Ottobre così come ogni giorno si ritrovano nelle tante e necessarie battaglie contro le grandi lobby del mattone o della finanza, per la difesa dei territori, contro la precarietà.

Probabilmente opporsi alle politiche neoliberiste dei governi che hanno guidato e guidano oggi il nostro paese è un reato insopportabile per chi difende le ingiustizie e le ruberie di una classe politica e dirigente che concentra nelle mani di meno del 10% della popolazione la maggior parte delle ricchezze da noi prodotte e che continua, con inaudita testardaggine e determinazione, a difendere i propri privilegi e a distruggere le condizioni di vita della stragrande maggioranza delle persone.

L’operazione di oggi va ad aggiungersi ai già numerosi arresti e ai procedimenti sommari che negli ultimi mesi hanno portato a condanne spropositate elargendo anni di carcere a ragazzi per lo più giovanissimi, ad uno stillicidio oramai quotidiano di fermi, denunce, negazione del diritto a manifestare. Nell’era Monti, le ricette neoliberiste destinate a portarci al vero default cui vogliono arrivare, quello dei diritti, vanno difese “manu militari” criminalizzando la rabbia e le lotte sociali, chiudendo ogni spazio di espressione del dissenso e di partecipazione, come sta accadendo con il tradimento dei plebisciti referendari che hanno portato 27 milioni di italiani ad esprimersi contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi essenziali.

Non accetteremo mai supinamente, i diktat imposti dai grandi gruppi dell’economia e della finanza globale e con essi il presente ed il futuro che ci vogliono consegnare: fatto di suicidi per motivi economici, sacrifici, precarietà infinita.

Per questo oggi abbiamo il dovere, tutti e tutte, di denunciare ciò che sta accadendo, di mobilitarci contro questo prepotente scippo di democrazia e diritti, di continuare a costruire dal basso processi di opposizione ed alternativa.

Rivendicare libertà di movimento per tutti e tutte significa affrontare con la più grande solidarietà e vicinanza la repressione che colpisce e con la più grande determinazione le tante battaglie di giustizia sociale che vogliamo continuare a sostenere ed alimentare… liberare tutti vuol dire lottare ancora!

Invitiamo tutte le persone interessate e solidali, le realtà sociali della città, gli/le attivisti/e del supporto legale e della comunicazione indipendente a partecipare ad un’assemblea presso il L.O.A. Acrobax Via della Vasca Navale, 6

lunedì 23 aprile ore 18.30

 

Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa

L.O.A. Acrobax

 

Siamo tutti No Tav. Siamo tutti senza casa. Sabato 17 Marzo corteo cittadino.

Siamo tutti No Tav. Siamo tutti senza casa. Sabato 17 Marzo corteo cittadino.

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Venerdì 9 Marzo circa 200 precari dei movimenti per il diritto all’abitare hanno messo in atto una protesta pacifica occupando l’androne ed il tratto di strada antistante il CIPE (comitato interministeriale per la programmazione economica), che proprio quel giorno approvava ulteriori finanziamenti a compensazione per la TAV.

1 km di TAV = 1000 case popolari questo era lo slogan della manifestazione con la quale si voleva affermare non solo il principio della solidarietà con i valsusini, ma che la lotta NO TAV, per quello che rappresenta è anche la lotta per i nostri bi–sogni e per i nostri diritti.

Il pestaggio della polizia, il contemporaneo sgombero della tendopoli dello spreco in via Marcello Boglione in VII° Municipio, il successivo tentativo (fallito) di sgombero dell’occupazione di via di casal boccone con l’uso di lacrimogeni e la distruzione totale della struttura da parte dei reparti della celere, l’arresto di 4 attivisti (ora 3 a piede libero ed uno –paolo – agli arresti domiciliari con restrizione totale della possibilità di comunicare), hanno trasformato una protesta simbolica in una vergognosa giornata di repressione delle lotte sociali e del dissenso.

Le responsabilità di quanto accaduto sono chiare e precise. Vanno cercate nelle politiche liberiste ed antipopolari del governo Monti che dopo aver nuovamente massacrato il diritto alla pensione, prosegue ora nella privatizzazione e nella svendita dei beni comuni, in una nuova contro –riforma del mercato del lavoro che rinchiuderà definitivamente le nostre vite in uno stato di precarietà assoluta e permanente. Vanno cercate nel Sindaco di Roma Alemanno che prosegue nelle sue politiche di s–vendita del patrimonio pubblico e dei beni comuni – privatizzando ancora l’acqua ed i servizi pubblici locali, regalando ancora la città agli interessi forti delle banche e dei cementificatori. Vanno cercate nella persona del questore di Roma che, mentre la città cade nelle mani della criminalità organizzata, sceglie di prendersela con chi non può permettersi affitti e mutui da 1000 o 1500 euro al mese, promettendo un escalation di arresti e sgomberi.

Ora è chiaro, oltre all’emergenza legata alla crisi economica c’è n’è un altra. La chiusura di ogni spazio di agibilità sociale e politica, la repressione di chi reclama i propri diritti o semplicemente esprime il proprio dissenso e le proprie idee, come accaduto anche con le condanne e le accuse spropositate addebitate ed inflitte a persone riconosciute o rastrellate a caso durante le grandi manifestazioni di piazza. Per questo crediamo che non solo i movimenti per il diritto all’abitare, ma una città intera, debba mobilitarsi per impedire questa deriva poliziesca e autoritaria.

2,7 miliardi di euro è il costo del solo tunnel TAV della valsusa. Oltre 20 miliardi di euro il costo della intera tratta Torino – Lione (senza contare i finanziamenti per le compensazioni).

Con questi soldi:

Quante casa popolari potrebbero essere realizzate? Quanti Asili Nido? Di quanti ospedali potrebbe essere impedita la chiusura? Quanti centri anti-violenza potrebbero essere finanziati? Quanti luoghi potrebbero essere recuperati e messi a disposizione della cittadinanza? Quanti precari e disoccupati potrebbero ricevere un reddito minimo garantito?

Fermiamo questa folle corsa ai profitti di pochi a danno di tutti. Continuiamo a lottare per il diritto alla casa e all’abitare. Per la difesa dei territori, dei beni comuni, dell’acqua pubblica. Per una cultura libera ed indipendente. Per l’accesso e la libera circolazione dei saperi e delle persone. Per la garanzia di servizi pubblici e di qualità. Per i diritti dei lavoratori e un reddito minimo garantito per disoccupati e precari. Per la libertà di pensiero e di movimento.

Le lotte sociali non si arrestano. I nostri diritti e le nostre idee non si sgomberano.

Un’altra Roma è possibile. Un altro mondo è necessario

 

SABATO 17 MARZO 2012 ORE 15.00

DA PIAZZA VITTORIO

CORTEO CITTADINO

Invitiamo ad organizzare in questi giorni mobilitazioni diffuse in ogni territorio

Paolo Libero! Tutte e Tutti i Liberi!

 

MOVIMENTI PER IL DIRITTO ALL’ABITARE

La Val Susa non è sola! Siamo tutti e tutte No Tav

La Val Susa non è sola! Siamo tutti e tutte No Tav

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Qualche settimana fa si è svolta un’operazione repressiva con decine di arresti e denunce nei confronti di attivisti/e NO TAV in tutta Italia. Da quel momento la solidarietà continua a esprimersi in molteplici forme, dal Nord al Sud del Paese: nessuna/o è sola/o, non ci sono buone/i e cattive/i. Un corteo di 80 mila persone si è riversato nella valle, da Bussoleno a Susa, per dire che il movimento NO TAV non si arresta e non ha paura. Il giorno dopo parte l’allargamento dei cantieri, attraverso l’esproprio militare delle terre valsusine. La resistenza dei NO TAV è immediata. Un compagno, Luca, per impedire l’avanzamento delle ruspe, si arrampica su un traliccio. Inseguito da un carabiniere rocciatore, cade, rischiando la vita: è tuttora ricoverato in ospedale in gravi condizioni. I giornali e i media screditano e minimizzano l’accaduto, insultando il coraggio e la determinazione di Luca. La risposta della Val di Susa è determinata, con blocchi e barricate che vengono immediatamente ricostruite non appena vengono sgomberate. Ancora una volta in tutta Italia la solidarietà si fa sentire con manifestazioni spontanee, presidi, blocchi stradali e ferroviari.
Queste sono solo le ultime pagine di una lotta che va avanti da 23 anni.
Di fronte all’attacco dello Stato nei confronti del movimento No Tav, di fronte alla repressione di ogni forma di conflitto, al di fuori del “consentito”, tanto il 3 luglio in Val di Susa quanto il 15 Ottobre a Roma, è necessario reagire. La lotta contro il Tav fa paura ai poteri politici, economici e giuridici, perché ne mette in discussione la loro stessa essenza. Si vuole reprimere l’autorganizzazione, il rifiuto della delega, la molteplicità e la radicalità di azioni e pratiche. Si vuole colpire tanto il dissenso e il contrattacco nei confronti dei poteri costituiti, quanto la condivisione di esperienze di vita che generano forme di cospirazione e di complicità sociale.
Anche attraverso Il TAV e la politica delle grandi opere il capitalismo vuole imporre ancora una volta l’idea di un mondo sottomesso alle leggi del profitto e dello sfruttamento affaristico dei beni comuni. La Val di Susa fa paura perché la lotta contro il Tav esprime la possibilità concreta di un cambiamento reale allo stato di cose presenti: determinarne il seguito spetta a tutti e tutte noi!

IL TAV E’ OVUNQUE, LOTTIAMO OVUNQUE CONTRO IL TAV

TUTTI/E LIBERI/E!

Sabato 3 marzo, ore 15:00, corteo NO TAV, partenza da Piazzale Tiburtino

Daje Luca, Sempre no Tav, a sarà düra!

Assemblea No Tav di Roma

Sugli arresti No Tav. Liberi tutti, liberi subito!

Sugli arresti No Tav. Liberi tutti, liberi subito!

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Ancora una volta in questo Paese in crisi economica, sociale e ambientale da anni, la repressione si scaglia, e con accuse gravissime, contro chi lotta in difesa dei territori, dei beni comuni, di chi sogna e si impegna per un mondo migliore per tutti!

Lo scorso 3 luglio eravamo in decine di migliaia in Valle per sostenere il movimento di resistenza popolare contro il TAV.

Una lotta decennale dalla quale abbiamo imparato che è possibile e necessario praticare e costruire resistenza e sovranità popolare dal basso, ribellandosi agli sporchi interessi delle lobby e del neoliberismo.

Quello che fin’ora ha portato il progetto del TAV è stata un’occupazione militare, un continuo sopruso, una grande opera imposta, dagli interessi economici e politici di questo Paese, ad una popolazione e a una montagna che non la vuole!

La nostra totale solidarietà va a tutto il Movimento NoTav , a tutti gli spazi che sono stati perquisiti e a tutti i compagni che sono stati privati della loro libertà personale!

Fino alla scorsa settimana anche il nostro compagno Giorgione, arrestato durante le mobilitazioni del 24 agosto scorso in Val di Susa, è stato tenuto dallo stesso GIP agli arresti domiciliari e ora è sottoposto all’obbligo di dimora nella provincia di Roma.

Mobilitiamoci in tutta Italia per l’immediata scarcerazione di tutti! La Valle non si arresta!

Non un passo indietro

Sempre NOTAV

Liberi tutti, libere tutte.

L.O.A. Acrobax Project

 

Links

notav.info

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