Ieri è apparsa l’intervista al nuovo prefetto Piantedosi, insediato da poco più di un mese.
Il primo elemento che salta agli occhi è il volontario accostamento tra occupazioni e criminalità, emergenza abitativa e degrado, spaccio e campi rom. Insomma siamo alle solite: ordine, disciplina, sgomberi e il solito mischione.
Come se chi lotta per il diritto all’abitare per tutte e tutti, chi libera spazi per aprirli alla città, recuperandoli e costruendo percorsi di socialità e liberazione, sia uguale a quella criminalità organizzata. Organizzazioni mafiose che spostano realmente mln di euro, che guadagnano sulla sofferenza di centinaia di commercianti messi ancora più in difficoltà dalla pandemia, o sullo spaccio, per non parlare di chi specula sulla città continuando ad ottenere permessi a costruire laddove non c’è più nemmeno un centimetro libero. Realizzando case che restano invendute mentre l’emergenza abitativa continua ad avere numeri da capogiro che non sarà quella miseria del bonus affitti a risolvere.
“La proprietà privata è sacra”, dichiara il prefetto, dimenticando evidentemente l’art.43 della costituzione “A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.”
Signor prefetto, sacro è il bene comune non certo la proprietà privata sottratta alla speculazione, sacra è la rivitalizzazione di spazi pubblici abbandonati e in attesa di regolamenti comunali cervellotici che sacrificheranno luoghi di aggregazione al profitto. Ricordiamo al prefetto che non si superano le problematiche dei campi rom inviando eserciti, sgomberando manu militari le occupazioni, ma li si risolve dando alternative reali a loro e alle migliaia di persone in attesa di una casa popolare, di una casa vera.
Ma quali siano i veri disagi lo sanno bene le persone che li vivono, a differenza di chi dai piani alti del gabinetto del ministro dell’interno, è sceso a fare lo sceriffo in una capitale ricca di contraddizioni, difficoltà, emarginazione e disagi come mai forse prima di oggi.
La nostra solidarietà e vicinanza va alle famiglie delle Occupazioni sotto sgombero nominate dal prefetto. Persone in carne ed ossa, bisogni, desideri e necessità di cui nessuno si occupa. Saremo al vostro fianco! Saremo nelle strade!
Saremo ogni giorno al nostro posto per continuare a costruire un’alternativa reale alla società mortifera fatta di legalità ottusa, di proprietà privata “sacra” e intoccabile mentre c’è chi affoga nei debiti e annaspa nella precarietà senza welfare o strumenti per accedervi.
Non pervenuti in questo dibattito il comune di Roma e i municipi che dovrebbero essere invece gli unici interlocutori delle emergenze sociali della città. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensano quei soggetti che aspirano ad essere alternativa ma che sembrano invece essere solo contigui alle politiche fatte di minacce e sgomberi.
Per quanto riguarda noi, ci troverete sempre dalla stessa parte della barricata, non resteremo neutri e fermi di fronte ad un attacco tanto grave, oggi più che mai o si è parte della soluzione o si è parte del problema.