Più di un anno fa nasceva questo slogan quando, l’allora sindaco di Roma, Alemanno provava a vendere le azioni di Acea, travolgendo il risultato referendario. Ci siamo ritrovati in piazza a urlare questo slogan quando, a dicembre, emergeva, nel decreto “Salva Roma” l’ indicazione di privatizzare tutte le aziende municipalizzate e, l’attuale sindaco, Marino esprimeva tuta la sua confusione e contraddizioni. Oggi, con il decreto “enti locali”, approvato dal Consiglio dei Ministri, quell’indicazione è divenuta un obbligo per Roma capitale mettendo a rischio gli oltre 65000 posti di lavoro di tutte le aziende municipalizzate e di tutte quelle cooperative e associazioni che da oltre 20 anni garantiscono servizi al cittadino; mettendo un’ipoteca la gestione dei beni comuni e la ricchezza sociale che a tutti appartiene; rinnovando la vendita del patrimonio pubblico a scapito del benessere collettivo, a partire dal diritto all’abitare.