Il 13 febbraio 2014, a Roma, alle prime luci dell’alba decine di agenti si sono presentati sotto diverse occupazioni abitative per prelevare 17 attivisti a cui hanno notificato 7 arresti domiciliari e 10 obblighi di firma per aver partecipato alla manifestazione del 31 ottobre, con capi di imputazione che vanno dall’adunata sediziosa alla resistenza pluriaggravata e perfino alla rapina. Una manifestazione che è stata un momento di grande partecipazione popolare che voleva raggiungere la Conferenza Stato-Regioni che discuteva di politiche abitative ripetendo lo slogan “una sola grande opera: casa e reddito per tutti/e”.
L’assedio sotto la sede della Conferenza è poi stato arbitrariamente fermato e caricato a via del Tritone. Quei momenti di tensione, che hanno visto i manifestanti tutti a volto scoperto rivendicare i propri diritti, sono stati tradotti in un impianto accusatorio tutto politico finalizzato a criminalizzare l’intero movimento di resistenza romano ( occupazione, precariato, studenti) anche preventivamente le prossime iniziative di lotta, a partire dal corteo di sabato prossimo contro il CIE di Ponte Galeria. In momenti di grande crisi economica e occupazionale come quella attuale, lo Stato tenta di imporre le proprie ricette, scaturite da una logica capitalistica e globalizzata, dove sempre meno le condizioni sociali ed umane della collettività vengono rispettate. Le tensioni tra governi e popoli diventano sempre più forti e lo Stato fa sempre più spesso ricorso alle forze di polizia come strumento di repressione e alla riduzione della libertà ( arresti, domiciliar, obblighi di firma). E’ esattamente ciò che sta accadendo in Italia e lo dimostrano questi recenti arresti a Roma e Napoli e la Magistratura che è arrivata accusare di atti di terrorismo – reato che arriva a prevedere fino a 30 anni di carcerazione – gli arrestati in Val di Susa. Il Comitato delle Madri per Roma città Aperta che nasce come risposta forte ad un atto di violenza di stampo fascista vuole raccontare e denunciare i tanti episodi di sopruso che accadono e che evidenziano la sistematica riduzione degli spazi di libertà e di diritto, che dovrebbero essere garantiti da una costituzione antifascista, atti che parlano invece di forme costrittive e repressive (soprusi, violenze e carcere), come unica risposta all’attuale disagio sociale ed economico del paese. Il Comitato ritiene questi ultimi arresti a Roma e più in generale ogni arresto di attivisti sui temi della difesa del territorio e della denuncia del precariato e del disagio sociale, un attacco alle libertà e ai diritti scaturite dalle lotte ’antifasciste e dalla Resistenza. Denunciamo l’uso di misure cautelari come l’isolamento in carceri speciali e la loro applicazione alle lotte sociali ed economiche .
Ogni arrestato è nostro figlio. Libertà per tutte e tutti.
Comitato Madri per Roma Città Aperta
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