Ci troviamo a rendere pubblico un episodio di carattere repressivo e intimidatorio messo in campo dalla Questura di Roma attraverso l’uso della legislazione speciale antiterrorismo, che ad opera di uomini della Digos si è voluto confezionare al Laboratorio Acrobax come dono per le feste del Santo Natale.Un episodio grave che poteva degenerare così come tutte le volte che zelanti agenti armati con il colpo in canna dello loro pistole spianate possono, per paura o per singolare coraggio a servizio della Patria, esplodere il solito “colpo per errore”. Ma ripercorriamo i fatti: la sera del 21 Dicembre due nostri compagni che sostavano in auto insieme ad un loro amico davanti all’ingresso del Verano per un semplice e banale appuntamento, sono stati accerchiati da sei uomini in borghese che qualificandosi tutti come agenti della Digos, con armi in pugno hanno prima fatto uscire tutti rapidamente dal veicolo, e poi li hanno perquisiti personalmente una prima volta, cosa che verrà poi ripetuta una seconda volta circa un’ora dopo. La perquisizione è proseguita in forma quasi maniacale e ossessiva con le automobili coinvolte senza peraltro trovare alcunché. L’accusa provocatoria e paradossale è di traffico d’armi. Dal verbale risulta che l’operazione di polizia sia stata attuata usando l’art. 4 della L. 152 del 1975. Ovvero uno degli strumenti normativi previsti dalla legislazione speciale varata per affrontare la fase di emergenza politica e sociale che negli anni 70’ ha segnato la vita del nostro paese determinando manu militari l’annichilimento e la repressione dei movimenti sociali più radicali.Riteniamo gravissimo l’accaduto nelle sue forme e nei suoi malcelati obiettivi. Non in ultimo perché colpisce in maniera vile e ambigua due compagni, attivisti del Laboratorio Acrobax, che hanno subito un’intimidazione mirata evidentemente alla loro struttura politica. La stessa che dal 15 Ottobre scorso viene messa alla berlina e ostinatamente accusata di essere nel “migliore” dei casi referente di un’area radicale dei movimenti contro l’austerity e la precarietà. E nella “peggiore” e più fantasiosa, di essere il perno organizzativo indicato come necessario per dar conto di tutte le violenze di quel giorno e per non rendere conto invece della violenza del potere – che le ha generate e che esse hanno disvelato. Anche nei mesi precedenti alla manifestazione del 15 Ottobre si erano manifestati segnali ed episodi inquietanti e provocatori che avevano già determinato intorno al nostro collettivo un clima di intimidazione e repressione preventiva. Come sempre però con umiltà e determinazione abbiamo proseguito sulla nostra strada senza curarci troppo delle intimidazioni, respingendo al mittente tutte le provocazioni e accuse paradossali, alternate dal linciaggio mediatico e dall’accanimento giudiziario.Dopo questo gravissimo ed ultimo episodio riteniamo necessario prendere parola con un comunicato pubblico e ribadire ciò che da sempre diciamo e sosteniamo con forza. Rivendichiamo a pieno la nostra attività politica di base e indipendente, radicale e solidale, da sempre a fianco delle lotte sociali, sostenendo le vertenze dei precari, dei senza casa, dei comitati contro le grandi opere e le devastazioni ambientali. Convintamente abbiamo animato sin dal principio l’esperienza dei comitati referendari per l’acqua pubblica e attivamente partecipato alle iniziative nazionali promosse dai Notav in Val di Susa. Questo nello spirito aperto e inequivocabile di contribuire ai processi di conflitto sociale che riteniamo i veri dispositivi di democrazia, i veri spazi di alternativa, il vero motore costituzionale. A fronte di una crisi sistemica e terribilmente costruita e ricercata dalle politiche folli e suicide del neoliberismo, dal basso noi insieme a tante e tanti stiamo passo a passo resistendo alla miseria del presente, costruendo la ricchezza del possibile. Su questa strada crediamo sia necessario impegnarci e dare tutta la nostra energia. Forse è proprio questa passione e desiderio di trasformazione radicale dell’esistente ad essere oggi ancora una volta ingiustamente attaccato e denigrato. Forse è questo che fa paura perché mosso da sfere profonde e incorruttibili della vita comune che stiamo passo dopo passo costruendo. E allora se il 15 Ottobre come tutti sanno o possono verificare osservando la rivolta di piazza di quel giorno, si produce una generale, diffusa e spontanea degna rabbia, che resiste per ore alle cariche della polizia fatte con i caroselli dei blindati e le nubi tossiche dei gas CS , è più semplice per il potere e le autorità trovare il capro espiatorio, il mostro da sbattere in prima pagina, riempiendo editoriali, articoli e talk show di fantasiose menzogne e strumentali ricostruzioni. E’ sicuramente più facile così piuttosto che affrontare nel merito le questioni sollevate e le richieste non più rinviabili di maggiore diritti e democrazia nella crisi epocale che stiamo attraversando.
Ancora una volta quindi saremo a fianco dei più deboli, contro le ingiustizie e l’arroganza dello Stato e dei suoi sgherri, contro la peggiore classe politica che la Repubblica abbia mai conosciuto. A testa alta come sempre continueremo a lottare e a sognare, con amore e con furore. All’intimidazione, alle minacce, a questo clima di provocazioni intendiamo rispondere assieme a tutte quelle e tutti quelli che condividono il nostro spirito impegnandoci a costruire prossimamente un primo appuntamento di confronto sui dispositivi di interdizione delle lotte sociali come momento collettivo di condivisione per ri-costruire la libertà di movimento e il dibattito necessario per poterla affermare e praticare.
Merry Crisis and A Happy New Fear… Fight Back!
Laboratorio Acrobax