Non ci suiciderete, Roma Sud contro la crisi!
A Roma la situazione è identica e, nello specifico, nel quadrante sud di Roma stiamo assistendo alla chiusura di aziende piccole e grandi, di esercizi commerciali e i conseguenti licenziamenti.
Gli effetti delle politiche di austerity sui territori portano a conseguenze gravissime: una sanità pubblica distrutta, politiche di welfare e servizi sociali al collasso, licenziamenti di massa, un’università fabbrica del sapere che diventa sempre meno accessibile e sempre più devastante per i quartieri in cui si colloca (aumento degli affitti, scomparsa di servizi per il quartiere e speculazioni sempre più grandi ), gli spazi pubblici e della socialità venire meno per diventare altri luoghi del profitto o della produzione.
La situazione quindi è drammatica, ma per quanto può essere difficile ed insopportabile decidiamo di non rassegnarci, noi a differenza di quanto piacerebbe a lor signori, non ci suicidiamo.L’ultima tornata elettorale delle amministrative nella capitale ha reso visibile la distanza siderale che esiste tra partiti e cittadinanza. Percentuali di astensionismo così alte non si erano mai verificate nella nostra città come nel resto d’Italia.
Marino non può essere il sindaco dei romani. Così come non siamo rappresentati da nessun governo. Il governissimo realizzato da PD e PDL è un’operazione di ingegneria politica che ha il chiaro intento di farci pagare il prezzo dell’austerità gestendo e controllando la rabbia sociale che sta montando nel Paese. In questa direzione si inseriscono anche gli accordi tra sindacati confederali e confindustria.
Dall’altra una parte gli effetti della precarietà sui soggetti che diventa quindi il più forte dispositivo di repressione e contenimento.
Crediamo che sia arrivato il momento di cominciare a dotarsi di strumenti reali di organizzazione contro la crisi.Quest’anno due volte Roma ha alzato la testa: famiglie, precari e studenti hanno deciso di riappropriarsi di un pezzetto di reddito occupando edifici abbandonati, in una città in cui esistono più case vuote che persone senza casa. Questo è frutto della speculazione dei costruttori che sono gli stessi che speculano sui servizi pubblici, come ACEA, che dopo un referendum, che affermava l’acqua come bene comune e fuori dai profitti.
Vogliamo casa, diritti, servizi e un reddito di base e incondizionato, lavoro o non lavoro, perché vogliamo poter scegliere e uscire dal ricatto dei mille lavori di merda, sottopagati e sfruttati.Vogliamo che la cittadinanza possa scegliere sulla vita del proprio territorio, prima di vedersi imporre qualsiasi cosa; siamo stufi di subire le politiche di chi rappresentai governi della crisi e il mantenimento di una classe politica. Ne è un esempio il “regalo” fatto all’ex XI Municipio e l’invasione di parco Schuster con la festa del PD, recintando il parco e renderlo inaccessibile a tutti.
Lanciamo l’11 luglio un corteo territoriale, che vuole partire da Piramide, passare per i luoghi dello sfruttamento e della produzione, e arrivare a Largo Riccardi (metro san paolo), dove fare una piazza tematica contro la precarietà.
Lo faremo coordinandoci con la campagna metropolitana indetta dalla Piattaforma per il reddito di base e i diritti che lancia, nel mese di Luglio in tutta Roma, iniziative di comunicazione sociale contro le politiche di austerity coordinate tra di loro.
Invitiamo le reti dei lavoratori in lotta, i comitati, gli spazi sociali e culturali attivi nel territorio a sottoscrivere l’appello e a partecipare