Raccolta di articoli e contributi sulla giornata del 12 Aprile a Roma.
Via veneto 12A – la riforma del welfare secondo il precariato metropolitano.
da indipendenti.eu
Non è stata una passeggiata primaverile qualunque. L’impatto dei contenuti e della soggettività prodotto nel #welfareattack della giornata di ieri davanti al ministero del lavoro è stata la neccesaria accumulazione di forza e augurata manifestazione di rottura del precariato sociale contro il nuovo attacco che la governance ha formalizzato con ilJobs-act. Una giornata dalla quale si riparte per costruire nuova solidità nelle relazioni, nuove alleanze trasversali, aperture verso il conflitto. Nei movimenti, un nuovo cromatismo nomade ed irrapresentabile ha dato vita alle sfumature della soggettività tante quante sono le precarietà da essi vissute. I movimenti che hanno dato vita al #12A contro la precarietà e il comando sulla moneta possono organizzare finalmente le proprie forze a partire dalla battaglia sul reddito garantito. Una nuova soggettività precaria può costruire non più la testimonianza e l’affermazione piagnucolosa della propria condizione ma può organizzare la propria rabbia in maniera gioiosa massiva alternativa. Può costituirsi la base di un nuovo piano dello scontro di classe della nostra contemporaneità, certamente si può riarticolare e rafforzare la capacità d’urto e l’intelligenza collettiva nel conflitto. A maggior ragione quando la brutalità dei reparti celere si dimostra in quella aperta dinamica di mattanza indiscriminata. Certamente si può fare di più e meglio, ma si parte da ciò che si ha per ambire ad allargare e a rafforzare anche i cunei d’attacco. Sappiamo bene che lo scontro non è militare è prima di tutto politico e il primo obiettivo politico dei precari organizzati che hanno animato la piazza oltre alla lotta per l’abitare, componente fondamentale della manifestazione, è stato portato a casa.
Si voleva far passare infatti l’idea che oltre la disperazione il precariato non avesse nulla da dire a questo nuovo ed illegittimo governo, si voleva far credere che la pacificazione nazionale avrebbe preso il sopravvento e che non vi sarebbe stato bisogno di impulsi soggettivi: ci pensa la tecnocrazia e semmai un po’ di polizia a calmare le acque. E invece così non è stato. Contro l’austerity e la precarietà praticamente da soli i movimenti autorganizzati in piena autonomia ed indipendenza hanno costruito una giornata di rottura, un’affermazione di soggettività e pluralità. La nuova composizione sociale prevalentemente precaria ha individuato il terreno per la propria proliferazione, la potenza collettiva nell’indipendenza e nell’autonomia. Tutti insieme facciamo paura, rompiamo la gabbia possiamo collettivamente prendere parola e tracciare le strade della costituzione materiale dell’alterità. Possiamo presentarci anche noi sul terreno europeo dei movimenti con i compiti fatti a casa e costruire dal basso un’altra europa e un’altra umanità, possiamo lavorare alla costituzione del basso di nuove istituzioni comuni esse si veramente sovranazionali universali e generali. Generali sul piano dell’intelligenza generale, dell’eccedenza produttiva. Del resto alla generalità dell’attacco che il biopere finanziario ha ordito contro la moltitudine precaria non potremo che rispondere oltre le giuste vertenzialità con un’ampia generalizzazione della lotta e del conflitto sociale.
Buon riposo, ci vedremo presto nelle strade di Roma e in quelle di Torino il prox 11 luglio
Solidarietà per i compagn* perquisit* e libertà immediata per gli arrestati in piazza
tutte libere tutti liberi
http://www.indipendenti.eu/blog/?p=30337
Ugo libero – Tutt* liber*
ll 12 aprile 30 mila persone di nuovo in piazza a Roma provano ad assediare il governo senza mandato di Renzi puntando dritto al cuore del ministero del welfare per esprimere la propria rabbia e la propria indignazione. Persone senza casa, studenti senza prospettive, disoccupati e precari che non arrivano ad 800 euro al mese. Il paese “reale”. Quello che non ne può più. Fra loro, con noi, c’è Ugo, studente napoletano arrivato a Roma insieme ai movimenti, alle persone in emergenza abitativa di Magnammece ‘O pesone, agli altri studenti e precari autorganizzati nei collettivi studenteschi, nei centri sociali come il laboratorio Zero81, il lab. Ska e tanti altri. Ma la polizia non può permettere che siano contestati i palazzi dell’austerity e così carica e carica! Fa rastrellamento dei manifestanti e quando il corteo è arretrato in piazza Barberini e si accorgono che migliaia di persone sono rimaste tappate, le “forze dell’ordine” caricano ancora, pestando con violenza centinaia di donne e di uomini. Ugo è stato fermato all’interno delle cariche, trascinato in terra e poi arrestato come altri manifestanti! #BuongiornoGovernoRenzi!! Job act e “piano casa” sono in realtà un nuovo pacchetto che istituzionalizza la precarietà perpetua e l’attacco alle migliaia di persone che si autorganizzano per occupare e garantirsi il diritto a un tetto durante la crisi. Ma noi non ci fermiamo! La giornata di sabato è stata una risposta determinata di una piazza di studenti, precari, occupanti case stanchi di queste politiche imposte dalla Troika. Rivogliamo subito indietro tutti i nostri fratelli arrestati perchè manifestavano per i diritti di tutti!
Ugo libero, liber* tutt*!!
Assemblea aula magna università Orientale (palazzo Giusso) – Lunedi ore 15.00 – Evento Facebook clicca qui
#welfareattack verso e dentro il 12A
da indipendenti.eu
La rivoluzione, come il desiderio, è inevitabile e imprevedibile, e non finirà mai di sconvolgere i custodi del terrenoterreno dei bisogni. Elvio Facchinelli
Il 12A non è esclusivamente la data della prima manifestazione contro il governo Renzi, ma un processo sociale in continuo movimento contro le politiche di austerity avviato nelle giornate del 18 e 19ottobre scorso quando decine di migliaia di persone hanno posto al centro dell’agenda politica l’esistenza di un’opposizione sociale nel nostro Paese. Un percorso autonomo ed indipendente che, nelle settimane in cui veniva insediato il terzo governo del Presidente, ha generato un nuovo protagonismo sociale a partire in primis da quelli che sulla propria pelle stanno pagando gli effetti delle scellerate ricette economiche imposte dalla Troika. Il debito infinito è diventato il paradigma di governo e la condizione strutturale della società. Precari indebitati, disoccupati, cassintegrati, occupanti di casa (nativi e migranti) i cosiddetti neet – in buona parte giovani lavoratori in nero o stagisti e tirocinanti – si sono riconosciuti e hanno cominciato a sviluppare spazi di cooperazione nel conflitto. Lotte territoriali contro le speculazioni e la devastazione ambientale, in difesa dei beni comuni come il suolo e l’acqua, le battaglie contro le privatizzazioni dei servizi pubblici locali, le vertenze lavorative dei precarizzati, le pratiche di riappropriazione di reddito attraverso le occupazioni abitative, si sono diffuse caratterizzando questo importante semestre. Complicità, cospirazione sociale, cooperazione politica, tutti elementi che stanno producendo energia viva nelle città italiane. Una nuova stagione di movimento sta tracciando coordinate, intelligenti, alternative, producendo pratiche e comportamenti sociali conflittuali. Il decennio dell’orgoglio precario ha contribuito in maniera importante a generare l’affermazione dell’esistenza della condizione precaria come dato generalizzato, strutturale, esistenziale. Quella fase politica è alle nostre spalle, la crisi ha accelerato i processi di precarizzazione invadendo totalmente il tessuto sociale, destabilizzando, impoverendo, producendo incertezza e arretramento sul piano dei diritti anche per i cosiddetti lavoratori garantiti. Si è affacciato sulla scena nella precarietà irrigimentata una nuova soggettività, insubordinata, ingovernabile, non sindacalizzabile, se non oltre quella minima soglia di vertenzialità. La fase è cambiata quindi anche per i movimenti. Non è più sufficiente il piano dell’affermazione testimoniale dell’esistenza precaria, della denuncia politica delle sue condizioni o un piano di organizzazione sindacale che accumula vertenze senza un discorso di rottura complessivo che guardi oltre la mera contrattazione sociale. C’è bisogno di un’opzione che si faccia programmaprogramma, che incarni un’alternativa politica, nelle relazioni mutuali dal basso, frutto del lavoro indipendente ed auto-organizzato. Bisogna dare vita alle forme nuove dell’autorganizzazione sociale, alla costruzione materiale del comune, alle nuove connessioni sociali ibridate dalle trasformazioni tecnologiche, bisogna darsi nuove regole comuni. Misurarsi dentro le trasformazioni epocali della produzione e del lavoro nella contemporaneità, significa proporsi sul terreno del comando finanziario e del suo controllo prevalente sulla moneta, significa sfidare la governance trasversale europea e globale facendo leva sul reddito garantito come enclave necessaria alle lotte per individuare uno spazio comune, rivendicativo e ri-compositivo. Ma in verità per rompere definitivamente il legame tra lavoro e salario tra produttività formale e reddito lavorativo, significa sovvertire e accelerare dentro il nuovo processo di valorizzazione lo scontro asimmetrico tra i rentier del capitale finanziario e le moltitudini precarie. Accelerare attraverso le battaglie sul reddito garantito lo scontro sulla moneta, ormai sempre più, merce egemonica tra le merci. Reddito garantito contro il ricatto della precarietà. Soprattutto in questo momento in cui i recenti provvedimenti del governo Renzi, il Piano Casa e il Decreto Lavoro, stanno formalizzando un attacco senza precedenti. La precarietà infinita e a vita viene sancita dallo Jobs-act attraverso la liberalizzazione dei contratti di lavoro a termine (su cui si muovevano già gran parte delle assunzioni negli ultimi 5 anni) e dal nuovo apprendistato (senza obbligo formativo) concessione fatta alle imprese che abuseranno in maniera costate della nuova tipologia. Basti osservare il modello a cuia cui si ispira il governo per comprendere le conseguenze reali di questo provvedimento, in parte quello di Eataly (precarizzazione estrema, paura, sfruttamento intensivo, bassi salari, turn over costante, assenza qualunque forma di sindacalizzazione) in parte quello del lavoro volonatrio. Tra pochi giorni inizierà la discussione parlamentare, ma non crediamo affatto che ci saranno grandi modifiche. L’esaltazione costante del ministro Poletti del lavoro volontario e del “servizio comunitario” formalizza il freejob e la demolizione del welfare scaricando sul terzo settore prestazioni essenziali, diritti soggettivi che dovrebbero essere garantiti dai vari livelli della governance nazionale, regionale e comunale. Basti pensare che il 12 aprile mentre si svolgerà la manifestazione nazionale a Roma, il premier e il Ministro del Lavoro saranno a Lucca al festival del volontariato a battezzare questa nuova idea di occupabilità come sancito nell’accordo dell’Expo 2015 di Milano (accordo che prevede che nei 6 mesi di Expo lavoreranno gratis 18.500 volontari). Reddito garantito lavoro o non lavoro proprio per sfidare il governo su questo terreno, per respingere al mittente di accontentarsi delle briciole che verranno elargite da maggio (gli ottanta euro peraltro solo a chi una busta paga già la possiede) e soprattutto perchè lo stesso governo ha annunciato una nuova riforma degli ammortizzatori sociali, certo nella direzione delle forme di monitoring e controllo sociale che come molte volte detto sono riassunte nelle pollitiche attive e di sostegno al reddito condizionato alle strategie di assoggettamento e asservimento dei processi di welfare to work e assistenzialismo soft tipiche nella nuova governance neoliberale.
I movimenti quindi saranno in piazza per rovesciare davantidavanti ai palazzi del potere tutta la precarietà che stiamo vivendo mettendo al centro il tema della redistribuzione delle risorse e del reddito garantito come orizzonte di conflitto permanente su cui costruire nuove coalizioni sociali tra precari, disoccupati, lavoratori autonomi e occupanti di casa. Con questa carica precaria con l’intensità del patto comune tra i movimenti contro le politiche di austerity attraverseremo il primo maggio conflittuale, la prossima manifestazione del 17M contro le privatizzazioni e per la difesa dei beni comuni, verso il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile nel prossimo luglio a Torino.
Il 12A nell’alleanza trasversale per il conflitto che abbiamo costruito sarà un assedio al ministero del welfare con una moltitudine gioiosa, uno sciame sociale, creativo e contundente che afferrerà l’evento, circonderà e segnalerà con la propria soggettività la costituzione materiale e biopolitica delle lotte con le quali il nuovonuovo potere politico si dovrà misurare.
Sarà #welfareattack l’inizio della primavera precaria con la quale costruire nuovi spazi pubblici di cooperazione delle lotte, di soggettivazione precaria per una nuova alterità, per l’affermazione di potenza e di nuova indipendenza.
Nodo redazionale indipendente
Comunicato dei Giardinieri Sovversivi Romani
Non ci troverete negli spot televisivi di qualche compagnia telefonica,
non ci troverete mai accanto al politico di turno a cercare qualche poltrona da riscaldare, come non ci troverete mai rassegnati, senza lottare.
Noi siamo GIARDINIERI e ci troverete quindi tra le aiuole degradate della città armati di zappe e di fiori,
ma siamo anche SOVVERSIVI e quindi ci troverete in piazza
come il 12 aprile, a ribellarci con precar*, disoccupat*, student*
con chi difende i propri territori e con chi lotta per una vita dignitosa, per casa e reddito per tutti!
Siamo con Lorenzo detto “Nico”
un giardiniere precario, un sovversivo nell’anima
La libertà non cade dal cielo
ma come dici tu compagno
“chi è libero dentro è libero ovunque”.
DAJE NICO, MATTEO, UGO E SIMON
DAJE FORTE!!!
RIBELLARSI E’ GIUSTO LE LOTTE NON SI ARRESTANO!
LIBERI TUTTI! LIBERI SUBITO!
Rassegna stampa sul 12 Aprile
http://www.iltempo.it/mobile/cronache/2014/04/13/bombe-sassi-feriti-terrore-a-roma-1.1239916
Http://www.repubblica.it/cronaca/2014/04/12/news/corteo_movimenti-83449569/?ref=HRER1-1