Roma è una città sempre più immobile e sofferente. Quartieri abbandonati a se stessi, il trasporto pubblico al collasso, politiche sociali e di welfare sempre più povere e inadeguate che tirano avanti di mese in mese, l’emergenza abitativa (a cominciare dagli sfratti) che peggiora di giorno in giorno, politiche culturali inesistenti, la separazione sempre più accentuata tra centro e periferie. E’ sotto gli occhi di tutti come in questa cittá le contraddizioni stiano esplodendo nella maniera peggiore anche a causa di chi, come le derive di destra, strumentalizzano i temi del degrado e della paura. L’ondata legalista sta creando gruppuscoli di cittadini-poliziotti che chiedono sicurezza e controllo con l’unico effetto di confondere i piani per cui le emergenze sociali non vengono più riconosciute come tali, mentre le parole degrado e sicurezza prendono il posto delle parole diritto di vivere la metropoli, necessità di un welfare per tutti e libertà di scegliere sulle nostre vite.
Questa è l’immagine di una città presa in ostaggio dalle politiche di austerity. E mentre la crisi acuisce le contraddizioni e l’impoverimento di fette sempre più estese di popolazione, procede a ritmo sostenuto il processo di espropriazione di diritti e tutele promosso dal governo Renzi: i provvedimenti contenuti nello Sblocca-Italia, nel Piano casa e nella legge di stabilità sanciscono definitivamente che il governo della crisi non è a tutela del bene comune ma degli interessi di banche e speculatori.
A sua volta la giunta di centrosinistra guidata da Ignazio Marino è paralizzata dalla guerra tra correnti nel Partito Democratico ma soprattutto dai vincoli di bilancio del “Salva Roma” che imporrà alla città altri sacrifici, altri licenziamenti, ulteriore dismissione del patrimonio e dello spazio pubblico a favore della rendita immobiliare e della speculazione edilizia, la privatizzazione dei servizi pubblici e delle aziende ex municipalizzate, nuove ondate di sfratti per morosità e distacchi delle utenze per chi è in difficoltà economica.
A fronte di questo, l’insieme delle esperienze di autogestione e autogoverno articolate sui territori, di autorganizzazione di welfare dal basso e di produzione culturale indipendente costituita dagli spazi sociali, dalle occupazioni abitative, dai comitati territoriali e per i beni comuni, costituisce un grande bacino di cooperazione sociale e solidale, una risorsa irrinunciabile per Roma, che sperimenta un nuovo spazio di praticabilità dei diritti: NÈ PUBBLICO NÈ PRIVATO, COMUNE. Mentre l’amministrazione Marino non è neanche in grado di tutelare queste esperienze che dal basso rispondono ai bisogni che le istituzioni non riescono a soddisfare, permettendo che case occupate, spazi sociali, teatri e cinema restituiti alla città, vengano sgomberati per farli tornare nuovamente nelle mani della rendita.
Batterci per il “DIRITTO ALLA CITTÀ” non è uno slogan astratto. Vuol dire decidere dei territori dove viviamo, praticare direttamente la democrazia quartiere per quartiere, rivendicare il diritto a scegliere come vengono spese le risorse, difendere e moltiplicare gli spazi liberati.
DIRITTO ALLA CITTÀ vuol dire resistere agli appetiti rapaci di palazzinari e speculatori, resistere a chi genera profitto sulle nostre vite e alle mafie che fanno affari nella crisi.
DIRITTO ALLA CITTÀ vuol dire non lasciare spazio a chi soffia sul fuoco per aizzare la guerra fraticida tra soggetti che subiscono processi di precarizzazione e impoverimento generalizzato.
DIRITTO ALLA CITTÀ vuol dire capire che il vero degrado è la precarietà esistenziale e di vita a cui vogliono sottometterci.
Per questo invitiamo tutti a partecipare ad una coalizione metropolitana di cittadini, spazio sociali, movimenti per il diritto all’abitare, comitati, sindacati conflittuali, esperienze culturali e territoriali per costruire un processo condiviso di mobilitazione per il diritto alla città che si incontri il 10 dicembre alle ore 18.30 a piazza dei Sanniti a San Lorenzo per un ulteriore confronto su quello che sta succedendo in questa città e scenda in piazza il 13 dicembre da piazza Vittorio Emanuele alle ore 14 contro privatizzazioni, sgomberi, sfratti e distacchi. Contro le pericolose derive fasciste e xenofobe che stanno attraversando i nostri territori, perché Roma è nostra e ce la vogliamo riprendere.
_Rete per il Diritto alla Città_
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