Con le lacrime agli occhi continuiamo a seguire le informazioni che arrivano da Cremona.
Un compagno, l’ennesimo, è stato colpito e mandato in coma all’ospedale da un’aggressione fascista; attaccato davanti al centro sociale Dordoni. Come al solito i media fanno fatica a chiamare le cose con il proprio nome. O meglio, in queste occasioni, sono leggeri, ipotetici, alludono ma non affermano, la solita danza dell’equidistanza. Del resto, se l’hanno ridotto in fin di vita, un motivo ci sarà.
E il motivo effettivamente c’è. Ed è rappresentato dall’opposizione radicale, profonda e quotidiana contro quella cultura della morte e della subordinazione che agita e muove i fascisti, come quelli di Casapound, “i fascisti del terzo millennio”, i responsabili di questa aggressione. Dopo la morte di Renato, dicevamo: abbiamo gli occhi ben aperti. Oggi li continuiamo ad avere e vediamo come una pericolosa dinamica si stia producendo. E’ evidente quello che sta muovendo la Lega di Salvini, abbracciando la LePen da un lato e Casapound dall’altro. E’ un progetto ambizioso e mortifero, è la nuova faccia che promuove razzismo, esclusione, umiliazione: il nuovo volto del fascismo che si manifesterà a Roma il 28 febbraio.
Quegli stessi fascisti che sputano accuse xenofobe contro i migranti, che assaltano i centri per i rifugiati, che tengono bordone a chi fino a ieri li insultava, che, qui a Roma, vanno a braccetto con Carminati e Mafia Capitale, che sono lo scolo di quel meccanismo che ha sfruttato le emergenze e ora ringhia contro il più debole perchè è tenuto con il guinzaglio corto.
Questo per noi sono i fascisti, in Italia e in Europa.
E questa aggressione è l’ennesima mortale che avviene nel continente. Ma non vogliamo dare nulla per scontato, Emilio sta resistendo, ce la sta mettendo tutta e noi con lui. Siamo al suo fianco, così come lo saremo Sabato a Cremona.
Emilio resisti. Mai un passo indietro.
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