Ieri, 9 aprile 2019, con una piccola delegazione di compagne e compagni di Acrobax siamo stati al Centro Socio Culturale Ararat per portare la nostra solidarietà ad Erol e simbolicamente a tutti i curdi e le curde in sciopero della fame per chiedere la fine dell’isolamento di Ocalan. Vogliamo ringraziare Erol per averci accolto e per la lunga discussione politica che ha voluto fare con noi, consapevoli di quanto possa essere stata fisicamente provante dopo 21 giorni di sciopero della fame.
Per noi è stata una occasione preziosa per conoscere la situazione e comprendere questa pratica di resistenza che da mesi i compagni e le compagne curde stanno portando avanti per rompere il silenzio che la società tutta sta avendo rispetto a quanto accade ad Ocalan, ma anche a tutti i prigionieri politici in Turchia e più in generale nei confronti di chi combatte il fascismo in ogni parte del mondo.
Sono migliaia ormai i militanti curdi in sciopero della fame, che si sono uniti a Leyla Guven, giunta al 156esimo giorno di sciopero, per chiedere la fine dell’isolamento di Ocalan e di tutti i prigionieri politici, per difendere il Rojava e chiedere la pace in Medio Oriente.
In questi anni abbiamo guardato con entusiasmo a quel grido di libertà che ci arriva dalle donne e dagli uomini che in Rojava combattono per costruire attraverso il Confederalismo Democratico un modello alternativo di società basato prima di tutto sulla liberazione delle donne. Un modello di società dove le curde e i curdi, insieme agli altri popoli della regione, non solo hanno combattuto la minaccia globale dello Stato Islamico portandolo alla sconfitta, ma hanno costruito nei territori liberati la diffusione di un modello amministrativo laico, democratico ed egualitario.
Con queste poche righe vogliamo invitare tutte e tutti a rompere il silenzio e a testimoniare la propria solidarietà con questa lotta e con questa pratica estrema di resistenza, portata avanti anche per la libertà di tutt* noi. Domani inizierà la campagna #7000ControLisolamento https://www.facebook.com/…/la-situazione-d…/265412484364386/ Facciamo sentire la nostra voce e facciamoci vedere!
Perché? Per ribadirlo prendiamo in prestito le parole di Dilar Dirik
“ Nella consapevolezza che la loro protesta potrebbe avere conseguenze fatali, le migliaia di persone che attualmente stanno resistendo con l’unico mezzo che gli è rimasto — i loro corpi — stanno trasformando in arma la loro salute per denunciare la crudeltà e la spietatezza di uno Stato che preferisce essere guerrafondaio piuttosto che tornare a negoziati di pace. Coloro che credono in una soluzione pacifica di questo conflitto vecchio di decenni, devono alzare la loro voce per solidarizzare con chi è in sciopero della fame e sostenere le loro richieste!”