Di lavoro si muore perché di precarietà si vive.
Queste parole rimbombano ancora nella testa di ognuno di noi ogni volta che pensiamo ad Antonio.
Ogni volta che in questi 16 anni abbiamo sentito la notizia dell’ennesima morte sul lavoro. Più di mille solo nel 2021.
Ogni volta che abbiamo ripensato a quel maledetto 17 gennaio, a quell’ultima assurda consegna, a quell’incidente sulla Colombo, al dolore che ci ha travolto, alla rabbia che ha innescato, all’amore che ancora ci muove.
Ogni volta che abbiamo vissuto sulla nostra pelle le follie e l’ingiustizie della precarietà di vita e di lavoro in cui ci siamo ritrovati.
Ma questa condizione non e’ frutto di un destino beffardo bensì frutto di scelte politiche irresponsabili, contro le quali negli anni abbiamo sempre continuato a lottare.
Antonio era figlio, amico, fratello, compagno, di molti a Roma e non solo.
E quei suoi legami, in tutti questi anni, sono diventati i nostri.
Ovunque siamo nel mondo Antonio e la sua storia sono ciò che ci unisce.
Per questo oggi, pensando a lui e a Franca, vogliamo brindare non alle cose tristi, ma alle battaglie vinte in questi anni contro la precarietà e a tutte quelle che dobbiamo ancora vincere.
Perché Antonio è per noi le radici e le ali.
17 gennaio 2006 – 17 gennaio 2022
Ciao Antò.
Sempre con la stessa rabbia.
Sempre con immenso amore.