Antò, libreria in movimento

Antò, centro di documentazione e libreria in movimento dedicato ad Antonio Salerno Piccinino.

Alla base del progetto c’è la necessità di cominciare un percorso di condivisione di saperi che abbia veramente un respiro aperto e non identitario e che preveda momenti continuativi di studio, ricerca e discussione autogestiti. Il percorso è appena iniziato, tutto è ancora da costruire e speriamo di poterlo fare insieme a tutt* voi.

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Antò,  centro  di  documentazione  e  libreria  in  movimento dedicato ad Antonio Salerno Piccinino il 17 Gennaio 2006.
Antonio  Salerno  Piccinino  stava  lavorando  e  faceva  una consegna straordinaria, un favore personale ad uno dei suoi
dirigenti, un viaggio fino a Ostia improvvisato probabilmente per  la  voglia  di  dimostrare  affidabilità.  Antonio  è  morto perché andava troppo veloce a causa dei ritmi inarrestabili e delle  pressioni emotive costanti della precarietà,  che ci vuole disponibili, sorridenti e veloci, sempre. Era un ragazzo pieno di vita e di sogni, attivista contro la precarietà che ha sempre combattuto. La libreria e centro di documentazione «Antò» sono dedicati a lui.

Il    «progetto    Antò»,    nell’intenzione    un    centro    di documentazione, co-ricerca e auto-formazione interculturale
e  in  movimento,  concretamente  uno  spazio-tempo  dove praticare  forme  di  artigianato  critico.  Un  presidio  della
memoria  resistente,  che  vede  nella  pratica  assembleare  e nella messa in discussione collettiva (lontana da ideologie,
settarismi  e  accademismi)  la  possibilità  di  aprire,  oggi, nuovi percorsi di liberazione e di critica.  Il progetto Antò è
stato il primo spazio ad aver sperimentato il “salvataggio” del macero. Il 31 dicembre 2013, insieme alle case editrici
Derive Approdi, Manifesto L sto libri e altre case editrici.
Nel  mese  di  marzo  è  partito  un  ciclo  di  dieci  incontri sull’editoria   indipendente   e   militante,   sull’esperienza
dell’apertura di una libreria e, più in generale, sul mercato editoriale italiano, le sue trasformazioni storiche e la sua
crisi.    Speriamo  che  a  partire  da  questo  appello  e  dalle relazioni già esistenti tra singoli e realtà, possa innescarsi
un processo di condivisione di pratiche e di incontri inediti.

 

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