Il 15 ottobre è stata una giornata fatta vivere da centinaia di migliaia di persone che si sono mobilitate contro la crisi e l’austerity. In questa partecipazione emerge la volontà determinata di cambiare, di trovare strade alternative alle ricette della banca europea e un tentativo di prendere parola in prima persona.
San Precario
La parte di corteo sotto le “insegne” di San Precario e Santa Insolvenza è stata costruita in assemblee pubbliche con centinaia di persone, con delegazioni di 15 città, dal nord al sud dell’italia, con migliaia di precarie/e, migranti e studenti. Immaginata e realizzata all’interno della rete degli Stati Generali della Precarietà che sta puntando alla realizzazione dello sciopero precario, di cui l’Hub Meeting di Barcellona è stato un momento fondamentale (leggi la dichiarazione finale del meeting); rete che ha anche preso posizione dopo il 15 ottobre in solidarietà con il movimento italiano.
San Precario, a cui molte realtà si sono unite direttamente in piazza della Repubblica, ha dato vita ad alcune iniziative di comunicazione, da quella all’albergo Exedra-Boscolo fino all’occupazione del Foro Romano, ma di certo non ha avuto nessuna regia di una presunta escalation del livello di scontro raggiunto dalla manifestazione.
San Giovanni
Da parte delle forze dell’ordine c’è stata una gestione intenzionalmente mirata a dividere definitivamente il corteo, con cariche generalizzate da via Labicana dove il nostro spezzone è stato caricato alle spalle, fino a piazza San Giovanni, con l’accanimento su manifestanti inermi e caroselli dei blindati lanciati addosso alla gente. A questo migliaia di persone hanno risposto opponendo una tenace resistenza esprimendo una parte sostanziale di quella rabbia che vediamo ogni giorno crescere di fronte ad una insopportabile precarietà della vita intera.
Le reazioni
Nei mezzi di comunicazione, nei giorni successivi, è partita una superficiale lettura di questa giornata a cui, purtroppo, molti esponenti politici danno conferma costruendo sulle spalle di alcuni un capro espiatorio. Una gran confusione che crea un mostro mediatico da sbattere in prima pagina. Un clima che ancora oggi permette che gli arrestati restino in carcere preventivo per reato di “legittima resistenza” (vai alla petizione “15 ottobre: liber* tutt*“)
Repubblica: “I nuovi brigatisti” – Su Maroni che riferisce alla camera – Repubblica su Acrobax – Acrobax rettifica Repubblica.it – Catarci presidente XI municipio
Comunicati e prese di parola nel movimento
Il nostro 15 ottobre: un punto di vista precario – Laboratorio Acrobax – Intervista di Acrobax al Manifesto – Sono un acrobata… – Coordinamento cittadino di lotta per la casa – TimeOut Bologna – San Precario – Officina 99 e antagonisti campani – Attivisti indipendenti di Bari – Militant – Centri sociali di Milano – L38 Squat – All Reds Rugby – Retelettere RomaTre – Collettivo Fuorilegge RomaTre – Generazione Precaria – nEXt Emerson – Reality Shock – Connessioni Precarie – Hub Meeting, comunicato al movimento italiano – Radio Onda Rossa – Knowledge Liberation Front – SofiaRoney laboratorio filosofico
Altri interventi e dibattiti
Roma, il racconto di un autonomo: “Niente comizi, la piazza si conquista”
Una generazione nata precaria, mentre scompare la mediazione
Intervento di Valentino Parlato
Dietro il passamontagna del 15 ottobre, di L. Caminiti
La forma corteo è finita, ce ne vuole un’altra di Girolamo de Michele | il Manifesto
Distruggere la paura, affermare il comune (di Uninomade)
Note sul 15 ottobre, di Toni Negri