Ciao Antò!
Il 17 gennaio del 2006 un terribile silenzio si espandeva nelle strade di Roma, nei quartieri, negli spazi sociali, nelle case occupate, nelle palestre popolari, in tutti quegli interstizi urbani che rendono unica questa città. Luoghi di libertà che tu attraversavi, difendevi e per cui lottavi, arcipelaghi sociali in cui il tuo carattere ha contribuito a costruire comunità meticce, resistenti e solidali. Nella giungla precaria dei lavori forzati, della solitudine, della competizione e dell’egoismo esasperato i tuoi complici erano tutti gli uomini e le donne in conflitto per la conquista dei propri diritti, della propria vita o alla ricerca di un attimo di libertà. Non c’era bisogno di presentazioni bastava respirare insieme, cospirare ci faceva sentire liberi dalla precarietà, non era importante vincere o perdere. Anche perché abbiamo vinto ben poco.
In quella maledetta mattinata la precarietà si è schiantata su di te con la sua violenza distruttrice. E già antò, quando sei costretto alla velocità, il tempo è una variabile che non consente rallentamenti. Dal 2006 sono passati 8 anni e sono accadute molte cose, il 17 dicembre avresti compiuto 36 anni. Tempo in cui una crisi sociale devastante sta soffocando le vite di migliaia di persone che si ammalano o muoiono a causa della mancanza di reddito, dei ritmi frenetici, delle nocività e della devastazione ambientale. Per molti sono freddi numeri inseriti in statistiche già calcolate nelle politiche economiche e nei bilanci aziendali, ma ognuno di loro ha lasciato un vuoto assordante, ognuno di loro ha una storia che non verrà mai raccontata. A tutte queste storie di invisibili è dedicato questo breve testo. Antò sei le nostre radici, sei le nostre ali. La tua storia è la nostra piccola e grande storia, per questo vogliamo raccontarla in un giorno in cui si festeggia la libertà dal carcere di due compagni baschi: Lander e Aingeru.
Non smetteremo mai di pensare di incontrarti distratto e felice in qualche manifestazione o in un cordone davanti alla polizia. Ostinatamente pensiamo ancora che questa viaggio lo stiamo continuando a scrivere insieme a te e a Franca: nelle sconfitte, nei momenti di sconforto, nelle delusioni ma soprattutto nella gioia delle lotte, nelle rotture che illuminano le piazze, nell’energia viva dei conflitti che affrontiamo e immaginiamo insieme a tutti quegli insorti che corrono dietro a quella particolare forma d’amore che “solo noi sappiamo pronunciare” .
Con l’amore degli insorti Ciao anto, ciao Franca ben tornati Lander e Aingeru.
“E siamo stati e siamo insorti, per mille anni o per un solo minuto, correndo dietro a quella particolare forma d’amore che “solo noi sappiamo pronunciare” .
Grazie Stefano Tassinari per averci donato l’amore degli insorti, siamo sicuri che da qualche parte state sorridendo insieme!
Ci vediamo alle 18 a largo delle sette chiese per l’ ONGI ETORRI!!!! Bentornati Lander e Aingeru!!
Questa è la canzone che oggi vogliamo gridare: