Acrobax Project

Solidarietà e complicità per ZAM!

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Cariche, sgomberi… sale la temperatura!

C’è un governo nato dal manifestarsi del parere contrario della maggioranza della popolazione per seguire l’agenda dell’austerity: aumento dell’Iva, nuova flessibilità del lavoro, ritocchino alla riforma delle pensioni… La strada di chi costruisce l’alternativa parlamentare è sempre più angusta e sono in troppi a contendersela, vecchi partiti e nuovi pseudo-movimenti che non smuovono di un centimetro il baricentro della gestione “di classe” (quell’altra) in questa interminabile crisi.

Intanto l’analisi di fase si sposta sulle strade con mille nuove lotte autorganizzate che si riprendono pezzo dopo pezzo quello che continuano a toglierci: la dignità dell’esistenza. La posta in gioco è alta e non si fanno passi indietro, da nessuna parte. La celere si schiera, gli ordini sono chiari. Dall’altra parte gli occupanti, i lavoratori e le lavoratrici, studenti, migranti, le mille facce della precarietà, un unico respiro nelle lotte per la riappropriazione di reddito e diritti. Pensiamo a Zam, Milano, e piazza Verdi, Bologna. Al loro fianco vogliamo stare. Dalla parte giusta delle barricate. Camminiamo sulle strade di tante città, respiriamo all’unisono.

Sicuri di rivedere presto nuove, cento, mille occupazioni…

Laboratorio del precariato metropolitano Acrobax

La libertà non cade dal cielo. Sui processi 15 ottobre

La libertà non cade dal cielo. Sui processi 15 ottobre

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4 e 11 Aprile | Presidi al Tribunale di Roma, Piazzale Clodio

12 Aprile | Assemblea pubblica

Il 15 Ottobre 2011, come a Genova nel 2001, eravamo 300.000 a gridare per le strade di Roma la nostra rabbia contro le politiche di austerità, un grido che voleva risvegliare le coscienze di una Italia ancora assopita di fronte alla crisi economica provocata dalle grandi lobby del capitalismo globale e fatta pagare in maniera pesantissima, per intero, alle classi subalterne. Questo mentre in tutta Europa e nei Paesi arabi si sviluppavano mobilitazioni e rivoluzioni.

Nella notte due ragazzi

Nella notte due ragazzi

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Martedì 26 febbraio – Notte – Ponte Marconi – Acrobax

Nella notte due ragazzi escono dall’ex cinodromo con il motorino e si imbattono in una pattuglia della polizia. Mentre sono fermi al semaforo rosso la volante sbatte il suo muso sul bauletto posteriore, da lì la situazione degenera in un attimo: i due provano a girarsi e vengono ripetutamente colpiti dal muso della pattuglia fino a cadere in terra.

13 Febbraio. Nella notte 17 arresti per la manifestazione del 31 Ottobre

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13 febbraio 2014, a Roma, alle prime luci dell’alba decine di agenti si sono presentati sotto diverse occupazioni abitative per prelevare 17 attivisti a cui hanno notificato 7 arresti domiciliari e 10 obblighi di firma per aver partecipato alla manifestazione del 31 ottobre, con capi di imputazione che vanno dall’adunata sediziosa alla resistenza pluriaggravata e perfino alla rapina. Una manifestazione che è stata un momento di grande partecipazione popolare che voleva raggiungere la Conferenza Stato-Regioni che discuteva di politiche abitative ripetendo lo slogan “una sola grande opera: casa e reddito per tutti/e”.

Conflitto sociale e Libertà di movimento. I bi/sogni non si arrestano. Verso Teramo

Conflitto sociale e Libertà di movimento. I bi/sogni non si arrestano. Verso Teramo

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Il 15 Ottobre del 2011 le moltitudini indignate e in lotta contro il neoliberismo si mobilitarono globalmente. In Italia nella preparazione di quella giornata, durante il suo svolgimento e dopo sono avvenute cose degne di un bilancio politico e più approfondito da parte dei movimenti: partiamo anzitutto da noi, ma dovrebbe essere un’incombenza sentita anche e soprattutto da coloro che quel giorno e nei seguenti gridarono al lupo e cercarono il nemico interno – abitudine brutta e antica, ahinoi, di chi a sinistra ricorrentemente giustifica i propri tatticismi mascherandoli per grandi strategie e poi cerca di scansare l’implacabile giudizio dei fatti.

Mercoledì 29 Gennaio : cena a sostegno delle spese legali per i processi notav dei\delle compagn@ di Roma

Mercoledì 29 Gennaio : cena a sostegno delle spese legali per i processi notav dei\delle compagn@ di Roma

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Dopo il 18 Dicembre un’ altra cena a sostegno delle spese legali per i processi notav dei\delle compagn@ di Roma perché le lotte non si arrestano!!!

Dopo più di 20 anni di resistenza popolare, la lotta NO TAV è diventata la lotta di tutti e tutte… coloro che si battono contro la follia devastatrice
di questo sistema basato sui profitti. Ma una lotta forte non può che dare fastidio a quelle istituzioni la cui unica funzione è proprio proteggere quei profitti. Perciò in questi anni in tutta Italia e non solo, centinaia di persone stanno facendo i conti in vari modi con la repressione…e con le relative spese legali!

Bartleby è ovunque, siamo tutt* Bartleby

Bartleby è ovunque, siamo tutt* Bartleby

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L’hanno murata, la casa di Bartleby a Bologna, stamattina. E’ così che si tratta la produzione di ricchezza comune, di idee e cultura e libera socialità, sotto i governi democratici dell’austerità.

Volevano espellerla dalla città, quella casa, dalla pericolosa promiscuità con i flussi del sapere in conflitto nell’Università da cui Bartleby era spuntato, nato dall’Onda, dicendo ancora una volta quasi quattro anni fa “avrei preferenza di No”.

Capodanno Odio il Carcere 2013

Capodanno Odio il Carcere 2013

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Capodanno 2013 contro il carcere

 

 

 

 

Alla mezzanotte saranno con noi quest’anno i MURO DEL CANTO, gruppo di musica popolare romanesca e non solo.

A seguire:

The Yard: dancehall reggae

The Tunnel: electro e tecno con Cromedrop Anto aka Black Samurai

The Room: punk, rock..e non solo

a sottoscrizione di Radiondarossa

 

31 Agosto | Proiezione "DIAZ" [Renoize 2012]

31 Agosto | Proiezione “DIAZ” [Renoize 2012]

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E’ ormai da alcuni mesi che realtà sociali ed antagoniste propongono un dibattito dopo la proiezione del film “Diaz, don’t clean up this blood” di Daniele Vicari. E il perché risiede, probabilmente, non in una corsa sfrenata a ripetere meccanicamente iniziative su tutto il territorio nazionale ma, piuttosto, nella necessità di trovare dei momenti di approfondimento e discussione di una delle pagine più forti della storia italiana.

Perchè chi vuole vedere quel film sa di essere di fronte ad un episodio che è entrato ormai a far parte degli eventi che hanno segnato questo paese. Lo sono quei giorni, le ore, i giorni e le settimane che lo hanno preceduto.

Le aspettative e le energie di chi lo ha preparato e vissuto. Di chi lo ha subito, sulla propria coscienza e sulla propria pelle. Chi lo ha respirato nella sua portata di trasformazione e di disvelamento di una nuova fase del nostro paese e dei poteri che lo governano.

Perchè, come ogni evento di portata storica, tralasciando l’epica che questa affermazione porta con se, ha un coinvolgimento e un’influenza non solo per chi vi ha partecipato, dalla parte dei sommersi o dalla parte dei salvati, ma anche per chi si trova per sua superficilità, o per scelta o per età lontano da quegli eventi.

Perchè Genova è stato il racconto di un’ondata che ha portato prima, durante e dopo migliaia, centinaia di migliaia di persone in piazza. Genova non è stata, (perchè non lo è mai nella storia), un evento singolo, ma la parte più evidente di un iceberg.

E quello stesso movimento, non nelle sue strutture organizzate, nelle sue critiche e limiti, non nella sua sconfitta, ha sedimentato ed agitato potenza a livello globale.

Con le parole e i contenuti, con l’immaginario e le storie, con quello che è ne stata la sua ricchezza.

E’ stato il propellente per un’ondata di nuove lotte sociali che il potere ha temuto e represso.

Per molti e molte di noi, Genova 2001 ha avuto un ruolo centrale nella crescita politica e di vita. Genova 2001 per molte e molti di noi ha rappresentato quel punto d’inflessione da cui non si torna indietro.

Molte e molti di noi erano a Via Tolemaide, a piazza Alimonda, e nei viali alberati davanti al porto. Eravamo presenti e volutamente coscienti di voler vivere quelle giornate, perché sapevamo che quelle giornate ci avrebbero fatto sentire vive e vivi. Perché in quelle giornate la ragione era dalla nostra parte. Perché in fondo e in maniera molto chiara, quelle giornate di contestazione andavano contro un modello di crescita neoliberista che 10 anni fa colpiva altre parti di mondo e che ora travolge in pieno la nostra piccola eurolandia.

E lo ha avuto per chi è stato a casa a vedere quelle immagini o semplicemente ha deciso da quel momento di mettersi in movimento.

Lo e’ stato per quelle decine di gruppi che sono sorti in tutta Italia all’indomani di quel Luglio.

E lo è stato per chi, in quelle giornate, aveva solo 10 anni.

E dire che la giustizia non fa parte di questo mondo ci sembra un’iniqua e sterile ovvietà. Ha invece più senso ribadire che, come sempre, lo stato assolve se stesso mentre per l’ennesima volta traduce un movimento politico di contestazione in un lento e sanguinoso processo a carico di pochi.

Il significato tutto politico della sentenza emessa dalla cassazione a luglio 2012 resta e rimane inequivocabile, una sentenza che è oggetto di una produzione discorsiva in strettissima relazione con i dispositivi del potere in atto. Una sentenza che decanta, afferma e sedimenta nuove pratiche del potere dichiarando che la vetrina di una banca vale di più di un corpo torturato, di una milza asportata o d’irreversibili lesioni all’apparato respiratorio. Questa è per noi l’unica verità politica che nessun tribunale di questa fantomatica democrazia potrà mai deliberare.

E meno male che in queste ultimi mesi una fortissima campagna sociale è riuscita in poche settimane a raccogliere l’indignazione di più di 10.000 persone. Una campagna che crede nella memoria come ingranaggio collettivo perché solo partendo dalla memoria collettiva è possibile tracciare quelle strategie e tattiche sociali per far si che le parole “devastazione” e “saccheggio” non diventino la ricetta pronta per aggredire chi, come unidici anni fa, continua ad avere una ferma determinazione nel voler contrastare un modello di governance che fa dello spread e della spending review il suo cavallo di battaglia.

Non sarà certo la priezione di un film a costruire una nuova ondata, né a far chiarezza e costruire nuovi spazi di confronto ed attivazione. Ma può essere un buono strumento per ricordare, non solo i fatti, ma le motivazioni.

Può essere la tappa di un percorso di lotta che si intreccia con molti altri.

E che afferma con sicurezza Libere tutti!

Invitiamo tutte e tutti alla proiezione del film DIAZ con la partecipazione di Elio Germano; Paolo Calabresi, Paolo Giovannucci , perchè si possa chiaccherare con gli attori, perchè ci si possa confrontare e perchè si possa essere olio per quell’ingranaggio collettivo.

 

Dalle ore 19

apericena per la campagna 10X100

 

Alle ore 21

proiezione film

20 Giugno | Storie di ordinaria repressione

20 Giugno | Storie di ordinaria repressione

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Quello del 4F è uno dei più gravi casi di corruzione accaduti nella città di Barcellona negli ultimi anni. Coinvolti polizia, giudici e governo.

Il 4 febbraio del 2006 qualcuno lanciò un vaso di fiori da una casa occupata di Barcellona durante una festa, ferendo gravemente un agente di polizia. Il Comune  e la polizia, non potendo verificare chi avesse effettivamente lanciato il vaso scelsero dei capri espiatori incolpando persone innocenti che non si trovavano dentro la casa e altre che nemmeno si trovavano nei paraggi.
Questi furono i risultati di alcuni anni di processi e farseschi dibattimenti:
– Álex Cisternas e Juan Pintos hanno scontato due anni di custodia cautelare e altrettanti in prigione e semilibertá.
– Rodrigo Lanza ha trascorso tre anni in prigione in custodia cautelare ed attualmente gode di un regime di semilibertà.
– Álex, Rodrigo e Juan furono torturati durante la detenzione da parte della polizia: ma la loro denuncia per torture non fu mai accolta.
– Patricia Heras, detenuta durante un rastrellamento all’Ospedale dove era andata a causa di un incidente in bicicletta accaduto quella stessa notte ha trascorso due mesi in prigione e 4 mesi in terzo grado fino a che, il 26 aprile del 2011, non sopportando piú la pressione, ha deciso di togliersi la vita.
Il primo appello si svolse con molteplici irregolarità, non furono  accettate le prove della difesa e l’unica prova dell’accusa fu la testimonianza di due poliziotti: Bakari Samyang e Víctor Bayona.
Fu presentato un ricorso alla Corte Suprema che ratificò la sentenza e aumentò le condanne. Attualmente aspettiamo una risposta dal Tribunale Costituzionale di fronte al quale è stato presentato un altro appello. Ma da qualche mese, per smontare questa messinscena della polizia e dell’Ayuntamento di Barcellona abbiamo un dato nuovo.
Gli agenti della Guardia Urbana che furono gli elementi chiave del caso, Samyang e Bayona, sono stati condannati per tortura. La sentenza mette in evidenza come simularono un delitto e falsificarono documenti, fatti che mettono in discussione la credibilità delle loro dichiarazioni come testimoni del caso 4F.
Amnesty International e la difesa denunciarono le torture subite dagli accusati del 4F ma la giudice del Tribunale 18 di Barcellona, Carmen García Martinez (tornata alla ribalta in questi giorni per aver comminato un mese di prigione preventiva agli studenti arrestati il 29 Marzo, giorno dello sciopero generale), si rifiutò di indagare e di aprire un fascicolo per fare luce su questi abusi.

Questo è parte dell’appello che la campagna Desmontaje4F (Smontiamo il 4F) ha lanciato in tutte le città europee. Noi lo accogliamo con tutto la solidarietà e la consapevolezza che abbiamo anche perché conosciamo bene le “storie di corruzione, torture, sequestro e morte”.
Il prossimo 20 giugno vorremmo raccontare altre storie di “ordinaria repressione”. La storia di Lander Fernandez Arrinda un giovane attivista basco residente a Roma, che pochi giorni fa è stato letteralmente “catturato” da una squadra di poliziotti italiani ma sotto mandato di un feroce governo spagnolo. Vorremmo raccontare di una ferita ancora aperta, quella di Genova 2001. Oggi dopo 11 anni, ci troviamo con chi vorrebbe che di quelle giornate rimanessero solo delle sentenze dei tribunali: l’assoluzione per lo Stato e i suoi apparati e la condanna di 10 persone accusate di devastazione e saccheggio. 10 persone a cui vorrebbero far pagare il conto, con 100 anni di carcere.
Con quest’iniziativa, in una prospettiva plurale e solidale, iniziamo il nostro racconto fatto di reti e di patti di “mutuo soccorso”. Reti che abbiano mezzi e strumenti di contrasto alla repressione, che sappiano leggerla, ma che siano principalmente il luogo della solidarietà comune.

Desmontaje4F – storie di ordinaria repressione
Serata di approfondimento, solidarietà e dibattito sul caso 4F di Barcellona
interverranno:

Mariana Huidobro (Madre di Rodrigo Lanza)
Hibai Arbide (avvocato)

– Dibattito con
Simonetta Crisci (Avvocato AED)
Madri per Roma Città Aperta
Esponenti della Campagna 10×100 – GENOVA NON È FINITA.
Irati per http://uncasobascoaroma.noblogs.org

Proiezione video di 15MBCNTV e reading

>>>Apericena benefit per le spese legali<<<<<<

Concerto reggae rock latino:
Jahmila
Carloforte Cotillon

A seguire djset a cura di Sister is Blooming