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20 Giugno | Storie di ordinaria repressione

20 Giugno | Storie di ordinaria repressione

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Quello del 4F è uno dei più gravi casi di corruzione accaduti nella città di Barcellona negli ultimi anni. Coinvolti polizia, giudici e governo.

Il 4 febbraio del 2006 qualcuno lanciò un vaso di fiori da una casa occupata di Barcellona durante una festa, ferendo gravemente un agente di polizia. Il Comune  e la polizia, non potendo verificare chi avesse effettivamente lanciato il vaso scelsero dei capri espiatori incolpando persone innocenti che non si trovavano dentro la casa e altre che nemmeno si trovavano nei paraggi.
Questi furono i risultati di alcuni anni di processi e farseschi dibattimenti:
– Álex Cisternas e Juan Pintos hanno scontato due anni di custodia cautelare e altrettanti in prigione e semilibertá.
– Rodrigo Lanza ha trascorso tre anni in prigione in custodia cautelare ed attualmente gode di un regime di semilibertà.
– Álex, Rodrigo e Juan furono torturati durante la detenzione da parte della polizia: ma la loro denuncia per torture non fu mai accolta.
– Patricia Heras, detenuta durante un rastrellamento all’Ospedale dove era andata a causa di un incidente in bicicletta accaduto quella stessa notte ha trascorso due mesi in prigione e 4 mesi in terzo grado fino a che, il 26 aprile del 2011, non sopportando piú la pressione, ha deciso di togliersi la vita.
Il primo appello si svolse con molteplici irregolarità, non furono  accettate le prove della difesa e l’unica prova dell’accusa fu la testimonianza di due poliziotti: Bakari Samyang e Víctor Bayona.
Fu presentato un ricorso alla Corte Suprema che ratificò la sentenza e aumentò le condanne. Attualmente aspettiamo una risposta dal Tribunale Costituzionale di fronte al quale è stato presentato un altro appello. Ma da qualche mese, per smontare questa messinscena della polizia e dell’Ayuntamento di Barcellona abbiamo un dato nuovo.
Gli agenti della Guardia Urbana che furono gli elementi chiave del caso, Samyang e Bayona, sono stati condannati per tortura. La sentenza mette in evidenza come simularono un delitto e falsificarono documenti, fatti che mettono in discussione la credibilità delle loro dichiarazioni come testimoni del caso 4F.
Amnesty International e la difesa denunciarono le torture subite dagli accusati del 4F ma la giudice del Tribunale 18 di Barcellona, Carmen García Martinez (tornata alla ribalta in questi giorni per aver comminato un mese di prigione preventiva agli studenti arrestati il 29 Marzo, giorno dello sciopero generale), si rifiutò di indagare e di aprire un fascicolo per fare luce su questi abusi.

Questo è parte dell’appello che la campagna Desmontaje4F (Smontiamo il 4F) ha lanciato in tutte le città europee. Noi lo accogliamo con tutto la solidarietà e la consapevolezza che abbiamo anche perché conosciamo bene le “storie di corruzione, torture, sequestro e morte”.
Il prossimo 20 giugno vorremmo raccontare altre storie di “ordinaria repressione”. La storia di Lander Fernandez Arrinda un giovane attivista basco residente a Roma, che pochi giorni fa è stato letteralmente “catturato” da una squadra di poliziotti italiani ma sotto mandato di un feroce governo spagnolo. Vorremmo raccontare di una ferita ancora aperta, quella di Genova 2001. Oggi dopo 11 anni, ci troviamo con chi vorrebbe che di quelle giornate rimanessero solo delle sentenze dei tribunali: l’assoluzione per lo Stato e i suoi apparati e la condanna di 10 persone accusate di devastazione e saccheggio. 10 persone a cui vorrebbero far pagare il conto, con 100 anni di carcere.
Con quest’iniziativa, in una prospettiva plurale e solidale, iniziamo il nostro racconto fatto di reti e di patti di “mutuo soccorso”. Reti che abbiano mezzi e strumenti di contrasto alla repressione, che sappiano leggerla, ma che siano principalmente il luogo della solidarietà comune.

Desmontaje4F – storie di ordinaria repressione
Serata di approfondimento, solidarietà e dibattito sul caso 4F di Barcellona
interverranno:

Mariana Huidobro (Madre di Rodrigo Lanza)
Hibai Arbide (avvocato)

– Dibattito con
Simonetta Crisci (Avvocato AED)
Madri per Roma Città Aperta
Esponenti della Campagna 10×100 – GENOVA NON È FINITA.
Irati per http://uncasobascoaroma.noblogs.org

Proiezione video di 15MBCNTV e reading

>>>Apericena benefit per le spese legali<<<<<<

Concerto reggae rock latino:
Jahmila
Carloforte Cotillon

A seguire djset a cura di Sister is Blooming

Ci riprendiamo tutto. No allo sgombero di Alexis Occupato

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13 dicembre 2012. Il giorno più freddo di questo inverno si è trasformato per i movimenti per il diritto all’abitare in una calda giornata di lotta e ristenza. Questa mattina davanti alle occupazioni di Ponte dei Nona, Torre vecchia, anagnina, viale delle province abbiamo trovato un grande dispiegamento di forze dell’ordine che annunciavano gli imminenti sgomberi. Anche Davanti Alexis si sono presentate diverse volanti della polizia con la chiara intenzione di intimidire e bloccare quanti si stavano radunando, e di impedire lo spostamento a chi stava portando la propria solidarietà verso le occupazioni più a rischio.

In questo momento alcune delle occupazioni di Ponte di Nona sono in corso di sgombero mentre altre si stanno barricando e preparando alla difesa degli spazi. La risposta della giunta in crisi ancora una volta è quella di affrontare con l’ordine pubblico il problema sempre più grave dell’emergenza abitativa di Roma. Esprimiamo il massimo del sostegno e solidarietà ai nuclei familiari sgomberati e continueremo la resistenza qui e per le strade della città.

 

Alexis resistente!

Studentato e casa dei precari

Il seme della sovversione!

Il seme della sovversione!

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Il capitalismo è tornato a fare schifo. Non a caso, in Europa e nel mondo, vuole essere temuto: sa bene di non essere più amato. L’Austerity è politica della paura. Wu Ming
Da mesi si ripete un linciaggio mediatico nei confronti del Laboratorio Acrobax, da “ultras” a “nuovi brigatisti” da “anarco-insurrezionalisti” a black block fino ad arrivare ad un più banale aggettivo “neri” che si contrappongono ai “bianchi”. Ma chi sono i bianchi? Forse i Guelfi. Siamo abituati ormai da anni a leggere opinionisti, criminologi e  zelanti giornalisti dissertare sulle molteplici anime del nostro laboratorio. Dalla lettura dei quotidiani c’è materiale per scrivere dei libri e vista le proposte editoriali attuali, potrebbero essere anche di successo.
Nel Loa Acrobax tra corsi di formazione in guerriglia urbana e stage in terrorismo post-moderno si coltiva il seme della sovversione.  Ma di qual seme e di quale sovversione stiamo parlando? Speriamo non si riferiscano ai “giardinieri sovversivi”, ai corsi di guerrilla gardening o alle pratiche insurrezionaliste del Green Attack. Si, dobbiamo confessarlo, ci avete scoperto, abbiamo dei corsi che insegnano le basi del giardiniere sovversivo perfetto, per poter costruire con le vostre mani “ le armi del mestiere”, come le bombe di semi e le lattine volanti. Quanto tempo ad investigare ed inchiestare, caro Bonini di Repubblica e caro Bianconi del Corriere della Sera, ma alla fine avete capito tutto. Dalle tecniche di coltivazione ad impugnare un arma il passo è breve, il salto di qualità è dietro l’angolo. Vi diamo questa dritta in esclusiva, cari giornalisti d’assalto: forse anarchici informali, veri o sedicenti che siano, hanno cominciato proprio dalla botanica.
Ma l’auserity è politica della paura e deve essere supportata da un’adeguata narrazione, insomma c’è lavoro per tutti: giornalisti, magistrati, poliziotti, politici, sindacalisti, imprenditori. Di conseguenza chi ogni giorno cerca di costruire un’alternativa indipendente alla devastazione territoriale, alle politiche di precarizzazione e alle strapotere della finanza, deve diventare nemico pubblico.  Noi dal 2002 portiamo avanti nel nostro territorio lotte sociali alla luce del sole cercando di creare delle connessioni nazionali e internazionali con chi vuole trasformare lo stato di cose presenti.
Cari lettori e care lettrici dei più grandi quotidiani italiani vi invitiamo ufficialmente ad una visita guidata nel nostro laboratorio, dove tra l’orto, il laboratorio di arte, i corsi della palestra popolare, le pratiche sportive del rugby, del calcio, del basket e degli sport di strada potrete respirare aria di sovversione organizzata. Veniteci a trovare nella sala prove musicale dedicata a Renato Biagetti dove ascolterete la colonna sonora dell’insurrezione. Vi diamo già un primo appuntamento: Indipendent Music Festival 25/26/27 maggio; saranno tre giornate ognuna con un suo colore musicale ma che sono intrinsecamente legate dalla ricerca del suono, dall’indipendenza di artisti, musica e contenuti. Un festival di musica dal vivo, con performance suonate, immaginato come strumento e veicolo di cultura indipendente.
Se volete invece approfondire la nostra lettura della fase politica nella quale si ascrive il linciaggio mediatico al quale noi e altre realtà siamo sottoposte rimandiamo all’editoriale frutto della nostra discussione sul blog contundente www.indipendenti.eu.
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