Quale futuro per i canili di Roma capitale?

“𝗤𝗨𝝠𝗟𝗘 𝗙𝗨𝗧𝗨𝗥𝝝 𝗣𝗘𝗥 𝗜 𝗖𝝠𝗡𝗜𝗟𝗜 𝗗𝗜 𝗥𝝝𝗠𝝠 𝗖𝝠𝗣𝗜𝗧𝝠𝗟𝗘?” : La Storia è maestra ma nessuno impara mai niente

Abbiamo deciso di non partecipare all’Assemblea pubblica del 10 giugno, convocata da USB Federazione Roma.

Perché?

Da Gennaio 2017 i Canili Comunali sono gestiti da una ditta privata, Agroaversano srl, che ha vinto un bando a ribasso assegnato durante la giunta Raggi. A causa dei tagli imposti dal bando, 𝟔𝟎 persone hanno perso il proprio posto di lavoro, alcune per dignità altre perché non iscritte a nessun sindacato, altre ancora perché i bandi a ribasso producono precarietà e disoccupazione.

In questo momento il canile di Ponte Marconi rischia la chiusura e le lavoratrici e i lavoratori rischiano il licenziamento. A loro va la nostra solidarietà.

Perché noi c’eravamo, già nel 2015, quando lì, organizzammo e partecipammo ai picchetti di lotta che consentirono ai lavoratori di continuare a svolgere la loro attività.
Noi c’eravamo, condividendo fino all’ultimo minuto di autogestione del canile di Muratella, nel 2016. E conosciamo anche le vicende giudiziarie che ancora ne conseguono.

Ma non parteciperemo all’assemblea in questione perché, nella convocazione, riconosciamo una strategia velenosa e nociva. La stessa che ha prodotto lo smantellamento del servizio.

Negli anni, mentre veniva privatizzato il servizio e licenziato 60 operatori, abbiamo sentito solo un 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑟𝑑𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜 e una disarmante solitudine; difficile ora non ricordarlo ed essere realmente di supporto anche se in gioco c’è’ una minaccia per chi lavora e per il benessere dei cani.

La 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒓𝒊𝒆𝒕𝒂̀ per noi e’ un’arma e, per questo, non può essere data per scontata o agita ipocritamente.
Si costruisce giorno dopo giorno, con chi queste lotte le combatte OGNI giorno. Non con chi ci ha speculato, tratto profitti ed è stato carnefice.
I canili hanno una storia di lotta politica e sindacale lunga 15 anni e non tenerne conto è un’ipocrisia inaccettabile: la privatizzazione del servizio, i trasferimenti degli animali presso strutture private, la precarietà del lavoro, non nascono oggi ma hanno radici molto più profonde che non si possono e non si devono ignorare.

I lavorator e la qualità del servizio si difendono costruendo proposte alternative all’attuale gestione privata che non ha senso di esistere e che NON FUNZIONA, come i fatti degli ultimi 5 anni hanno dimostrato. L’unica garanzia è un servizio che resti ᑭᑌᗷᗷᒪIᑕO al 100% e che internalizzi le lavoratrici e i lavoratori.

È inaccettabile un sistema che preveda che le Associazioni di volontariato, tramite rapporti clientelari, sopperiscano alle carenze del Comune e della Asl nel curare e far adottare gli animali e che vengano usate al posto di personale adeguatamente formato e retribuito. Queste associazioni, con il loro operato “tappabuchi”, diventano ora lo scudo per continuare a difendere una gestione sbagliata, malata e corrotta, e per portare avanti un ingranaggio in cui il gestore privato continua ad arricchirsi ed il Comune di Roma continua ad eludere il proprio dovere di controllore. La verità è che una larga parte delle associazioni animaliste ricattano costantemente il comune di Roma.

La 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒓𝒊𝒆𝒕𝒂̀ si costruisce con l’onestà. Abbiamo il dovere di dire che il Canile ponte Marconi è una struttura vecchia ed inadeguata, fuori dai canoni di sicurezza, pensata, all’epoca della costruzione, per la detenzione dei levrieri sfruttati per le corse, in completa antitesi al benessere animale. Andrebbe smantellato e ricostruito con fondi pubblici, con una struttura all’altezza di una capitale europea che si vanta di avere a cuore il benessere animale, per diventare effettivamente un polo di adozioni, cultura e benessere aperto e a disposizione della cittadinanza.

Non siamo dispostə a ragionare su strategie nocive ed egoiste che non guardano affatto ad un reale cambiamento che tuteli i diritti di animali e lavoratorə

Era una storia già scritta: gli effetti della privatizzazione di un servizio pubblico non avrebbero potuto portare a niente di diverso.
La dura lotta portata avanti dalle ex lavoratrici e dagli ex lavoratori per impedire che i Canili Comunali venissero privatizzati e i servizi smantellati per questioni puramente economiche non è stata ascoltata.

Su questi temi siamo dispostə a ragionare pubblicamente con USB o con qualunque altro soggetto che abbia realmente a cuore un cambiamento reale e radicale nella gestione pubblica dei canili comunali.

La 𝒔𝒐𝒍𝒊𝒅𝒂𝒓𝒊𝒆𝒕𝒂̀ ad una vertenza si può e si deve chiedere, ma con l’idea di costruire un percorso di lotta comune che miri a stroncare i rapporti clientelari e abbia proposte concrete per mettere finalmente fine ad una situazione che porta solo, come dimostrano i fatti, 𝚙𝚛𝚎𝚌𝚊𝚛𝚒𝚎𝚝𝚊̀, solitudine e isolamento per persone e animali.

I commenti sono chiusi.