Acrobax Project
Giovedi 14 Marzo | Territori Ingovernabili: le lotte per i beni comuni e la difesa dei territori

Giovedi 14 Marzo | Territori Ingovernabili: le lotte per i beni comuni e la difesa dei territori

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Arrivati in Sicilia bisogna attraversare chilometri di basi militari, bunker, rotatorie e antenne per arrivare sul promontorio di Niscemi da cui si lanciano colorati parapendii su pascoli e campi coltivati.

“Da Chiomonte a Niscemi: ora basta coi veleni!” si legge sui muri.

Gli Stati Uniti vogliono installare proprio qui, sulla Riserva naturale dell’insughereta, una delle quattro antenne satellitari di ultima generazione, MUOS, che permetteranno copertura globale alle guerre ultratecnologiche condotte attraverso droni radiocomandati.

La Fiera delle Speculazioni. Video del corteo del 16 Febbraio

La Fiera delle Speculazioni. Video del corteo del 16 Febbraio

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Video del corteo “La Fiera delle Speculazioni” del 16 febbraio scorso contro le speculazioni nell’XI Municipio

Albano: presidio fisso di fronte alla discarica. Verso il corteo del 6 Aprile

Albano: presidio fisso di fronte alla discarica. Verso il corteo del 6 Aprile

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Costruzione del presidio fisso di fronte alla discarica (da www.noinceneritorealbano.it)

Ringraziamo tutti e tutte coloro hanno partecipato all’assemblea pubblica di fronte alla discarica per combattere contro il mostruoso progetto dell’inceneritore di Albano il cui cantiere rischia di partire un giorno qualunque a partire dal prossimo 7 Marzo (il tutto ovviamente racimolando contributi pubblici in maniera illecita, ma ehi, chi si stupisce più di nulla?).

La lotta si farà ora più impegnativa, a partire da oggi, infatti ci stabiliremo con un presidio permanente di fronte alla discarica fino a che non avremo la certezza di esser riusciti a bloccare l’apertura del cantiere. Dal presidio si ha un’ottima visuale della discarica e potremo, quindi, vigilare costantemente sul traffico di camion che sversano monnezza romana negli invasi di Roncigliano e sull’eventuale arrivo di mezzi pesanti per l’apertura del cantiere.

Invitiamo tutta la popolazione che voglia impedire la devastazione del territorio di Albano a passare a trovarci nel nostro tendone sulla via Ardeatina km 24.500 per sostenere la lotta contro l’inceneritore ed aiutarci a difendere il territorio dei Castelli Romani.

SABATO 6 APRILE CORTEO AD ALBANO CONTRO   L’APERTURA DEL CANTIERE

Mercoledì 29 Gennaio : cena a sostegno delle spese legali per i processi notav dei\delle compagn@ di Roma

Mercoledì 29 Gennaio : cena a sostegno delle spese legali per i processi notav dei\delle compagn@ di Roma

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Dopo il 18 Dicembre un’ altra cena a sostegno delle spese legali per i processi notav dei\delle compagn@ di Roma perché le lotte non si arrestano!!!

Dopo più di 20 anni di resistenza popolare, la lotta NO TAV è diventata la lotta di tutti e tutte… coloro che si battono contro la follia devastatrice
di questo sistema basato sui profitti. Ma una lotta forte non può che dare fastidio a quelle istituzioni la cui unica funzione è proprio proteggere quei profitti. Perciò in questi anni in tutta Italia e non solo, centinaia di persone stanno facendo i conti in vari modi con la repressione…e con le relative spese legali!

Bartleby è ovunque, siamo tutt* Bartleby

Bartleby è ovunque, siamo tutt* Bartleby

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L’hanno murata, la casa di Bartleby a Bologna, stamattina. E’ così che si tratta la produzione di ricchezza comune, di idee e cultura e libera socialità, sotto i governi democratici dell’austerità.

Volevano espellerla dalla città, quella casa, dalla pericolosa promiscuità con i flussi del sapere in conflitto nell’Università da cui Bartleby era spuntato, nato dall’Onda, dicendo ancora una volta quasi quattro anni fa “avrei preferenza di No”.

La sanità pubblica non si vende. Si difende!

La sanità pubblica non si vende. Si difende!

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Se la salute e la sanità diventano terreno di speculazione e pareggio di bilancio, se le cure non sono organizzate in presidi territoriali ma gestite da aziende e se i cittadini divengono capri espiatori a cui addossare responsabilità e debiti, vuol dire che un cambiamento, profondo e radicale, si sta compiendo.

Ma chi ha detto che non c’è…Dallo sciopero sociale al comune in rivolta >> Alexis occupato

Ma chi ha detto che non c’è…Dallo sciopero sociale al comune in rivolta >> Alexis occupato

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Fa un certo effetto, va detto, scrivere da qui, da Alexis, lo spazio che abbiamo liberato il 6 dicembre, in una nuova giornata nazionale di mobilitazioni, dopo quella del 14 novembre, in cui si sono sperimentate importanti pratiche di sciopero sociale.

Difficile capire cosa succede quando si occupa e descrivere la magia delle soggettività che attraversano gli spazi autogestiti ed autorganizzati.

16 Novembre | Un giardino per Renato

16 Novembre | Un giardino per Renato

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Serata ad Acrobax a sostegno del progetto di un giardino dedicato a Renato Biagetti presso la facoltà di Ingegneria La Sapienza, con la collaborazione di All Reds Basket & Renoize

18 Novembre | Si chiude la tre giorni di RiPubblica, si apre l'America

18 Novembre | Si chiude la tre giorni di RiPubblica, si apre l’America

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Si conclude oggi Ri_pubblica, la quattro giorni di assemblee e dibattiti promossa da una vasta coalizione di movimenti, collettivi, associazioni e singoli cittadini che martedì scorso hanno riaperto le porte dello storico cinema America nel cuore di Trastevere.

Perchè l'acqua continua ad essere un paradigma. La battaglia di Roma.

Perchè l’acqua continua ad essere un paradigma. La battaglia di Roma.

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Da quasi 2 mesi a Roma si sta giocando un’importante partita sulla questione dell’acqua e dei beni comuni.
La cronaca è piuttosto semplice: Alemanno, decidendo di giocare una partita tutta elettorale e cercando di ingraziarsi uno dei poteri forti di Roma (vedi Caltagirone), ha presentato un bilancio in cui il punto forte è la vendita del 21% di ACEA, cedendo così la maggioranza in mano al Comune.
Facendo questo il Sindaco di Roma, e la sua maggioranza, aprono un cammino (che molte amministrazioni, in modo bipartisan, stanno guardando con attenzione) che ignora compleatmente il voto referendario di un anno fa e, anzi, va in senso diametralmente opposto.

Che questo avvenga a Roma non è casuale per una seri di motivi, tra questi: ACEA è una Società Per azione (già privatizzata dall’allora centrosinistra) che ha quasi 8 milioni di utenti e controlla in buona parte il servizio idrico del centro Italia. Oltre a questo i vertici di ACEA si sono spese ampiamente per combattere il fronte referendario contro la privatizzazione e ha speso, illecitamente, 250.000 euro dei soldi della società per farlo.
L’azienda è stata la prima a richiedere, subito dopo il voto, un parere all’avvocato Napolitano (figlio del Presidente della Repubblica) che, sostanzialmente, affermava con estrema tranquillità, e contraddicendo la corte costituzionale, che l’esito referendario non aveva nessun influenza sullo stato dell’arte.
Inoltre all’inizio di questa vicenda, i due maggiori azionisti, Caltagirone e GDF-Suez, cosa decisamente inusuale, prendevano una posizione pubblica per l’ulteriore privatizzazione.

Da 2 mesi gli/e attivisit* del movimento dell’acqua insieme ad una larga alleanza sociale, e coinvolgendo cittadini e cittadine, hanno dato vita ad una mobilitazione costante e capillare. A partire dai territori, dalle strade dei muinicipi romani fino ad arrivare in piazza del campidoglio, perennemente negata, e dentro le aule consigliari.
Hanno scelto di parlare, volantinare, organizzare manifestazioni e occupazioni. In una dinamica di crescita della battaglia di opposizione alla giunta capitolina.
Domani, 21 giugno, ci sarà l’ennesima tappa di un lungo percorso che non si chiuderà neanche con il voto in aula o con i termini obbligatori delle istituzioni.
Il cosiddetto popolo dell’acqua, non ha in mente solo la resistenza a questo progetto ma ha in testa la ripubblicizzazione dell’ACEA e del servizio idrico.
Così come ha ben chiaro quale strada si apra verso la privatizzazione di tutti i servizzi pubblici locali a partire dai trasporti e dalla gestione dei rifiuti e di come possa spaventare che un’idea alternativa di gestione del comune, di ciò che è di tutti, possa farsi largo; proprio per questo sta chiamando a raccolta tutti/e domani ma con la consapevolezza che sia un passaggio per una battaglia ancora lunga e di cui la fine ancora non si vede.

Ma questo contesto e questa breve ricostruzione evidenziano quella palese alleanza che unisce la vorace volontà dei poteri finanziari e quelli politici che, in un gioco sempre meno sotterraneo, palesano quella volontà per cui la privatizzazione e l’applicazione della ricetta del capitale neoliberista non è più la scelta migliore ma è l’unica possibile.
Si palesa, dunque, la necessità di dover approfondire quelle scelte che sono alla base della crisi economica che, ormai da 4 anni, si sta abbattendo su Europa e Stati Uniti.
E non crediamo che questa relazione sia eccessiva: effettivamente, come in altre parti di Italia e di Europa, si palesa un conflitto in merito alla messa a valore dei territori e dei beni ad essi legati.
Da qui nasce quel processo di difesa dei cosidetti “beni comuni”, ovvero di quegli elementi che sono patrimonio collettivo ed inalienabile che invece divongo terreno di conquista e quindi di scontro.

In quel conflitto che vedeva centrale la dicotomia capitale/lavoro si è innescato un nuovo elemento  che, anni fa, ha iniziato ad erodere i diritti e le conquiste (si sarebbero dette di classe) ottenute in quel  duro scontro. Quel processo, che per noi va sotto il nome di precarizzazione, ha innescato un’esondazione della precarietà dalle sole mura del posto di lavoro perchè ha esteso la produzione a tutta la nostra vita, compreso lo stesso ambiente in cui viviamo.
Si è messa in produzione la complessità della nostra quotidianità, delle nostre relazioni, delle nostre intelligenze e degli stessi elementi necessari alla sopravvivenza.

Nella battaglia di Roma è evidente di come la contesa sia tutta politica, senza nessun appiglio di concretezza logica. Ed è proprio qui che si apre l’altra centrale questione, anche questa già vista altrove: “chi decide su cosa?”
Perchè in queste settimane si è rotto chiaramente ed irremediabilmente quel meccanismo di democrazia rappresentativa in quanto, i rappresentanti stessi, ignorando la volontà espressa con i sempri più ridotti strumenti previsti come il referendum, scelgono le regole del mercato e di quelle si fanno garanti.
In aggiunta si forzano i regolamenti stessi delle istituzioni per poter portare avanti quelle decisioni; a questo punto i cittadini restano completamente sganciati, e la loro volontà ancor di più, dal contesto decisionale.
Rimangono soli ed esclusi dai luoghi della discussione potendo parlare solo con le forze dell’ordine perchè sono divenuti solo questo, un “problema di ordine pubblico”.

In questi giorni a Roma, in questi anni in Italia e in molte altre parti del globo, si è resa palese la rottura di un patto sociale; per questo riteniamo una volta di più paradignamtica questa battaglia, perchè offre una lente forgiata nella partecipazione e nella determinazione, nella relazione e nella  contaminazione di diverse storie, nella radicalità dei contenuti e nella coerenza nel portarli avanti.
Una capacità conflittuale e costituente con cui leggere la nostra quotidianità che, per noi, vuol dire riuscire a vedere all’orizzonte anche una possibile alternativa di futuro.